Il giovane regista italiano Mauro Aragoni ha successo negli Stati Uniti con un budget molto basso con un filmato western per il web. Hollywood gli fa gli occhi dolci.
I primi piani sugli sguardi dei due cowboy, la fronte imperlata di sudore, sotto il sole implacabile nel deserto, tra i cactus, pronti a uccidersi a vicenda per un pugno di dollari. C'è del sangue che scorre, le case di legno delle città che iniziano ad emergere, in Messico. Melodie e musica lente ed ossessive. Ennio Morricone docet.
Con un tale scenario, si potrebbe immaginare che si tratti di un vecchio film di Sergio Leone o qualcosa tipo "Django Unchained", di Quentin Tarantino gli spaghetti ardente sostenitore del maestro italiano.
Errore! Tutto questo deriva da "Quella sporca sacca nera", una serie web di quattro episodi girato in Sardegna per Internet, un settore molto apprezzato dai produttori alla ticerca costante delle genialità che percorrono i più reconditi meandri del web.
Quanto al budget, anche lì chapeau, il sardo Aragoni ha speso un totale di 2000 euro. É vero che gli attori, poco noti, non hanno chiesto cachet faraonici e che un montaggio fatto in casa non costa un centesimo, ma questo non sminuisce il merito della troupe e dell'autore. La prova: Mauro Aragoni ha fatto man bassa di decine di premi e riconoscimenti, prima a Roma e poi a Los Angeles e infine a Vancouver, in Canada.
Girato interamente in esterni, questo film è scritto e filmato secondo le regole canoniche del genere. La storia inizia nel 1895, in Messico (citazione ancora di Sergio Leone in "giù la testa"). Un cacciatore di teste, Bill, famoso per i suoi metodi piuttosto particolari nella cattura di banditi ricercati dagli sceriffi locali, è sulle tracce di due criminali. Indossa un sacco nero molto misterioso.
Girato interamente in esterni, questo film è scritto e filmato secondo le regole canoniche del genere. La storia inizia nel 1895, in Messico (citazione ancora di Sergio Leone in "giù la testa"). Un cacciatore di teste, Bill, famoso per i suoi metodi piuttosto particolari nella cattura di banditi ricercati dagli sceriffi locali, è sulle tracce di due criminali. Indossa un sacco nero molto misterioso.
Simbolo dell'antieroe, Bill è il filo conduttore del lavoro che si snoda in quattro episodi. "É vero, mi sono ispirato ai film di Sergio Leone che ha trasformato la Sardegna in set cinematografico, perchè molto simile ad alcuni paesaggi delle pianure dell'Arizona. In realtà, ho anche fatto riferimento ad altri registi come Quentin Tarantino e alcune sue scene cruente", dice Mauro Aragoni.
Premi a parte, "Quella sporca sacca Nera" sta avendo un grande successo negli Stati Uniti, la stampa e, in particolare, Internet, ha intravisto nella serie il segnale della risurrezione degli spaghetti western. Sembra anche che Hollywood abbia sotto stretta osservazione il giovane regista sardo e alcuni produttori sarebbe pronti a fargli firmare un contratto d'assaggio, per testarlo.
Nel frattempo, il lavoro sarà distribuito in DVD e Blu-ray con delle scene aggiuntive, quando, cioè, il giovane regista avrà finito di girare nella Valle della morte, California, ritirato i sei premi a Los Angeles e montato le scene.
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Ho incontrato ieri pomeriggio Salvatore Ugo Digennaro, filmaker, regista, scrittore (vedi), mi ha ricordato che Mauro Aragoni ha partecipato alla seconda edizione del MurgiaFilmFestival, a Gravina in Puglia.
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