Alcune équipes di ricerca in tutto il mondo stanno lavorando per un prodotto con un'efficacia molto ampia, che sarà disponibile 'la prossima volta che un virus passa dagli animali all'uomo', riporta Bloomberg Businessweek.
Secondo la rivista americana, la prospettiva di un vaccino così universale non è poi così lontana.
'E se avessimo bisogno di una sola dose?' si chiede Bloomberg Businessweek nella sua edizione del 13 dicembre.
Per la rivista americana è evidente la necessità di un vaccino universale contro i coronavirus. Negli ultimi vent'anni sono emerse tre malattie legate ai coronavirus: SARS, nel 2003, da Sars-CoV; Mers, nel 2012, a causa di Mers-CoV; e ora Covid-19, a causa di Sars-CoV-2.
Sempre secondo Bloomberg Businessweek, questo vaccino universale non è una prospettiva così lontana e spiega che all'inizio dell'anno, quando in diverse parti del mondo stavano emergendo nuove varianti del Covid-19,
Linfa Wang, ricercatrice della National University of Singapore, ha avuto l'idea di testare i pazienti contaminati da Sars-CoV nel 2003 ed essendo stati vaccinati contro il Covid-19.
'Ciò che Wang ha trovato lo ha sorpreso molto', riporta Bloomberg Businessweek. I pazienti interessati avevano infatti sviluppato 'tipi di superanticorpi', che, in un esperimento di laboratorio, si sono dimostrati in grado di neutralizzare cinque ceppi di coronavirus che non avevano mai contaminato l'uomo prima.
Questi risultati sono stati 'la principale prova' che è possibile sviluppare un 'vaccino universale contro i coronavirus', assicura la rivista.
Più di una dozzina di gruppi di ricerca, oltre a una manciata di aziende biotecnologiche, stanno lavorando sull'argomento.
'Vogliamo un prodotto la cui efficacia sia molto ampia, in modo da poter avere un vaccino la prossima volta che un virus passa dagli animali all'uomo', spiega Melanie Saville, della ONG Coalition for Innovations in Epidemic Preparedness.
Tra le vie considerate troviamo ovviamente l'RNA messaggero utilizzato in particolare per i vaccini Pfizer e Moderna contro il Covid-19.
Ma alcuni ricercatori stanno anche testando vaccini a base di nanoparticelle, mentre altri stanno esaminando il ruolo che le cellule immunitarie 'guerriere', i linfociti T, possono svolgere.
Il percorso che potrebbe portare la ricerca verso un vaccino universale non è però esente da insidie. Stéphane Bancel, il capo francese della biotecnologia Moderna, ha spiegato a Bloomberg Businessweek di considerare questo tipo di vaccino come 'una buona idea', osservando che, per anni, i ricercatori hanno lavorato senza successo su questo tipo di vaccino antinfluenzale.
Il principale ostacolo nella corsa per un vaccino cosiffatto è più economico che scientifico, conclude la rivista:
"Laboratori come Moderna o Pfizer devono guadagnare miliardi di dollari vendendo i loro vaccini e le dosi di richiamo. … Questo potrebbe non spingere a dare la priorità a un vaccino contro tutte le varianti, che risolverebbe il problema una volta per tutte”.
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