13 giugno, 2012

Onofrio Petrara, 'i fuochi di Zeus' - Venerdì 8 giugno 2012

La brutta storia dei missili nella Murgia raccontata da uno dei protagonisti della storia del tempo.
I tremendi Jupiter erano a due passi, sul bosco. 
Tutti i segreti di una minaccia termonucleare attraverso il racconto di Onofrio Petrara ne 'I fuochi di Zeus', presentato l'8 maggio scorso alle officine culturali. 
Una serata molto interessante, la presentazione del libro di Onofrio Petrara. Con Agostino Giglio, Isidoro Davide Mortellaro, Rosalba Pappalardi e Ferdinando Pappalardo. Molti dettagli li trovate QUI' e nei commenti dei lettori del suo libro. (fondo pagina).
Oggi vi porgo, di seguito, la lettera di Rino Vendola al 'senatore' inviata dopo la lettura:

...sono le cinque e un quarto del mattino del 31 gennaio e d'un fiato mi sono immerso nel tuo saggio sulla questione degli Jupiter al bosco comunale di Gravina. 
Tutti insieme i grandi della terra ed i piccoli uomini grandi della nostra memoria locale. 
Ho avuto anche la forza di leggere la postfazione. Lascio perdere le pruderie intellettualistiche della pretenziosa lettura persino dell'inconscio. 
Chi non è figlio di contadini o non ha respirato gli odori contadini, non potrà mai capire. Per nulla gli artieri rappresentavano una classe sociale a sé. E i figli degli artieri sono cresciuti nella supponenza verso il basso: Vedo che la erudizione non fa sempre bene alle menti ed alle coscienze. 
Non c'è iato, né frattura rispetto al tuo passato. C'è la cultura del tuo tempo, della tua memoria: conoscenza e sentimento. 
E salire i gradini sono la rappresentazione di un gesto rivoluzionario. Di una vittoria sperata e annunciata. Di una vittoria raggiunta e posseduta. 
Del resto, gli autentici subalterni sono stati gli artieri. E come tali ci consegnano figli e nipoti. Ma il loro destino, non era e non è il nostro destino. 
Abbiamo accesso mille candele e il destino si è liquefatto. 
I tuoi padri hanno provocato il fuoco, tu l'hai mantenuto vivo - nonostante vento e tempeste - e consegnato tuoi figli. E' la cultura contadina . Conoscenza dei segreti più reconditi della terra, sentimenti forti, arcaici e estremi dell'anima. 
Cento volte mi ritrovo nei tuoi ragionamenti ed hai ragione pure nel ruolo degli intellettuali che è mancate Scrivani e qualche erudito. E pure - in tempi più recenti - "opportunista riformista" per dirla con il tuo Togliatti. 
La tua lettura mi ha fatto ripercorrere il tradimento delle nostre classi sociali operato da quella parola blasfema. Lo sviluppo. 
Ce lo hanno offerto, regalato, promesso e persino venduto. E' un termine di cui non mi fido, mi fa diventare sospettoso e diffidente. Anche in quegli anni contrabbandarono per sviluppo una presenza sicura di morte, Vorrei un'abbondante felicità per tutti. 
Per te, vorrei che continuassi a ragionare come vai facendo. Da solo non con tanti. Per me, vorrei continuare ad ascoltarti, per anni. Lunghissimi anni.
con affetto Rino
Altri commenti al libro

Onorevole Giorgio Nebbia 
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1 commento:

yakika ha detto...

salve,
sono il gestore del sito www.basijupiter.altervista.org
volevo rendere noto che ho provveduto ad inserire una pagina/recensione del suddetto libro sul sito!