09 novembre, 2011

Sulla temperie attuale. Sommessamente.

Ai miei lettori che si aspettano un elenco di nomi da sussurrare di bocca in bocca quali candidati al seggio di sindaco, per la prossima consultazione elettorale, al momento, non rispondo. 

Non è il tempo di elenchi speciali quanto, spero, di una riflessione sugli errori commessi negli scorsi anni di amministrazione della città. E' pur vero che circolano già nomi eccellenti, taluni anche prestigiosi, riportati anche dalle testate giornalistiche locali, ma, permettetemi di dire, che nonostante la perizia delle firme credo che rispondano più a urgenti necessità di colmare il vuoto di notizie che a una vera informazione tout court. 

Alcuni partiti stanno diventando terreno di conquista di strateghi dell'azionariato partitico con tessere in portafoglio clienti. Mentre alcuni giovani sperano ingenuamente di fomentare uno scatto di onestà civile con lettere aperte, molto interessanti, destinate purtroppo al dimenticatoio pubblico.  

In una situazione difficile come quella che stiamo vivendo, quando l'angoscia si impadronisce dei più deboli, diventa assolutamente necessario individuare persone in grado di avere idee e capacità di assumersi l'onere delle scelte. Viviamo un periodo di forte crisi di rappresentanza. E' ora di finirla con i proclami, i comunicati, i forum inutili ed esibizionisti se non individuano soggetti portatori di cambiamento, assolutamente autorevoli, in grado di pensare e di agire per il bene comune. Non basta individuare massimi sistemi, perbenismi vacui, conventicole mascherate da trust di cervelli. 

I partiti che suonano spartiti del '900, devono cambiare, essere all'altezza, rappresentare una società mutata vertiginosamente. Frotte di protagonisti si affrettano a mostrare il vestito buono e parlare, parlare, parlare e trarre analisi della situazione, quando durante l'interregno Divella, ma non solo, non sono riusciti a fare niente. 

Proprio così, un interregno in cui la città ha avuto tutto il tempo per misurarsi con la decadenza, con l'impotenza a pensare ed agire, squassata da bottegai dell'insipienza e faccendieri. Incapace di prendere le distanze dal metodo elargitore, di distinguersi dal potere per qualità, indipendenza ed autorevolezza, consolidando, invece, l'abitudine di vedere i rappresentanti del popolo ridotti a concierge, distributori di chiavi per momentanee felicità. 

A questa città con il colletto ed il camice bianco ho guardato in questi mesi con la speranza di intravvedere un cambiamente, protesa verso un giovanilismo di facciata, ma coperta da soffocante, per converso, senile demenza. Adesso si sentono in giro voci di candidature delle quali non abbiamo mai visto la luce in questo buio percorso se non sotto la specie di improbabili fervorini. Una teoria di inettitudini ambulanti e tronfie, forse perchè al potere avvinghiate da succose prebende, concessioni, edilizie e non, pastette e pasticci. 

Provatevi a fare un nome, un percorso, un programma che non sia da 3 meno meno o da spendersi nello spazio di un caffè e vi ritroverete, pensateci bene, pensateci bene, con un pugno di mosche, con tante perplessità mentre d'intorno brulica di immondi scarafaggi.

Siamo ancora in tempo per schiacciarli

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