Quando mi appresso al PC per scrivere qualcosa da raccontarmi passo sempre davanti ai libri della mia biblioteca, lancio un’occhiata furtiva, non si sa mai, mi venga di rileggere qualcosa, e poi via alla tastiera.
Oggi durante questa operazione meccanica, sempre distratto e sovrappensiero, in un lampo ho visto Maupassant, Le Mont Tellier, Mont Oriol e Bel Ami. Sapete, quelle immagini sub limine, istantanee … mi sono detto che dovevo assolutamente citarlo … fa molto cool.
Poi ho cambiato idea e ho deciso di mostrarvi la festa in fondo Vito (attenzione Checco! Vito e non vico) in quel del teatro naturale nei pressi di San Michele delle Grotte.
L'altro ieri sera Francesco Sossio e la sua band (non quella musicale) hanno fatto una bella cosa, bene organizzata, mi è piaciuta molto. Il teatro naturale si è prestato molto bene alla performance degli smaliziati e bravi musicisti, durante l’attesa si divertivano in ghirigori forse anche più divertenti della successiva esibizione, mentre osservavano intorno il popolo assiso ed in attesa o il passeggio della Gravina curiosa e deambulante tra i fuochi al vento delle piccole lampade diffuse.
Flashes a volontà ai volti incorniciati, proprio così, c’erano cornici vuote e appese dappertutto, pronte ad ospitare volti da fotografare che, chissà, nella volontà dell’autore, forse corniciaio, forse provocatore, dovevano contenere una Gravina che non c’è più, forse non lo saprò mai. C’era anche Genny, ormai Maria Giovanna, in giornata da compleanno (… Ti piace la festa che hanno organizzato per me? – ha detto sorniona + smagliante sorriso e trasparenze molto apprezzate dal volgo in transito, in cerca del controluce opportuno).
Non so dirvi perché questa serata mi ha piacevolmente ricordato, anni fa, le cantine, luogo d’arte.
Non mi va oggi di fare una cronaca precisa dell’accaduto, di meglio trovate su gravinalife, sempre puntuale. comincio così l’estate pigra di pensieri, spero densa di emozioni e di caduche meraviglie da ferragosto, mentre Antonella, sempre brava, tenterà di presentarci il novello Orlaldo furioso, cercando abilmente di schivarne l’ira funesta. Novella Astolfo non riuscirà a recuperarne il senno neppure sulla luna.
La folle estate inizia così tra vaniloqui e insalata mista di piaceri, sapori e paccheri in riva al mare, in nome di cosiddette trasgressioni che non passeranno alla storia, nemmeno quella personale ed insignificante. A proposito mi dicono che paccheri in slang puro nostrano si dice schiaffoni, chissà perché poi alcuni li prendono con i molluschi.