Il casus belli dopo l’incontro alla libreria Laterza il 16 giugno 2011 per la presentazione del libro del sociologo Onofrio Romano su ‘le Fabbriche di Nichi’. Evento che vi avevo segnalato in uno dei miei ultimi post. In quella circostanza Nicola Fratoianni parlò della possibile confluenza delle ‘fabbriche’ in SEL. Così la stampa sull’argomento, riporto l’evento attraverso gli articoli, qui solo alcuni stralci, potrete leggerli per intero con un click sul nome della testata giornalistica.
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«Le fabbriche utili per il voto. Ma la politica è nei partiti»
Fratoianni liquida l'esperienza: «Ora vengano in Sel»
Presentato il saggio critico sulla organizzazione.
di Lorena Saracino
…. Sul banco degli imputati, l’esperianza aulica e vincente delle Fabbriche che il saggio dissacratore di Romano viviseziona, dopo il contagioso entusiasmo, svelandone la fragilità e l’incapacità incidere realmente sui processi politici e di controllo, demandando l’azione alla sola centralità del leader. Dietro l’angolo, il pericolo di disperdere un patrimonio di partecipazione autentica nato con la Primavera.
A dare corpo «ai borborigmi»* ci ha provato Franco Cassano, non facendo mancare in premessa un orgoglioso volo libero sul processo che ha portato Pisapia alla vittoria a Milano, già aperto in Puglia grazie alle associazioni di cittadinanza attiva. Cassano ha spiegato che per Vendola «è necessario costruire un padiglione auricolare enorme, piuttosto che arroccarsi: o processi così aperti hanno una dimensione riflessiva o la politica si separerà dal suo cordone vitale». Il rischio all’orizzonte è scivolare «dall’oligarchia dei partiti alla centralità della persona, per quanto degna possa essere». Con un avviso ai naviganti: le scelte delle persone, sempre difficili, è necessario ancorarle «alla massima trasparenza e a criteri universalistici, non al grado di lealtà». «Le Fabbriche - ha spiegato Fratoianni sgombrando subito il campo - non sono il nuovo soggetto della politica». Sono dei puri comitati di scopo. Quanti si aspettavano, dunque, di vedere strutturata quell’esperienza fluida in forme di partecipazione più stabile, dovranno farlo in Sel.
*Il
borborigmo, (dal greco βορβορυγμός)
nel campo medico, è il movimento sordo del gas all'interno dell'intestino, sia
degli animali sia degli umani.Si tratta di brontolii, tintinnii e gorgoglii a
livello gastrico, che normalmente non vengono uditi dagli individui (Wikipedia).
Quel che un tempo Walter chiari definì ‘gorgoglione' in un famosissimo sketch
n.d.r.
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Ripreso anche da Raffaele Moretti SEL Gravina (lo dico per i lettori di Gravina)
La reazione romana delle Fabbriche:«Non siamo un'appendice scapestrata»
Le dichiarazioni di Fratoianni sul futuro del movimento fanno infuriare la rappresentanza capitolina
«La nostra esperienza di quest’anno e mezzo di lavoro mostra che non siamo un comitato di scopo ma un soggetto innovativo, in grado di incidere nei contesti e sui temi per i quali ci siamo impegnati, dando nel nostro piccolo un’idea positiva della politica in anni nei quali l’antipolitica è il sentimento dominante. Per questo intendiamo andare avanti con la nostra azione, senza entrare in alcun partito perché, pur rispettandoli e cercando sempre confronti con essi, avvertiamo tutti i limiti di queste organizzazioni come strumenti di trasformazione della realtà». È questo il commento della Fabbrica di Nichi - Roma alle dichiarazioni rilasciate da Nicola Fratoianni durante la presentazione del libro «Le fabbriche di Nichi» avvenuta a Bari, dove l’assessore toscano ed esponente di Sel ha definito le fabbriche come comitati elettorali invitandole a confluire dentro il suo partito. …
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Fabbriche, un'esperienza collettiva
di Nicola Fratoianni, assessore regionale al Programma
leggi tutto da il CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
Mercoledì ho partecipato ad un dibattito organizzato dalla libreria Laterza in occasione della presentazione del libro del sociologo barese Onofrio Romano sull’esperienza delle Fabbriche di Nichi. Il tuo giornale ha pubblicato il giorno dopo un ottimo articolo a firma di Lorena Saracino che spiegava fedelmente l’andamento della discussione. Purtroppo però, il titolo riportava un giudizio sulle posizioni che ho espresso nel corso della discussione che considero del tutto fuorviante. Il titolo infatti recitava più o meno così: «Fratoianni liquida l’esperienza!». Durante la discussione che si è sviluppata per oltre due ore credo di aver toccato diverse questioni e di aver espresso più di una valutazione, ma sono certo di poter dire, che non ho mai ipotizzato di liquidare l’esperienza della Fabbrica di Nichi.
Innanzitutto non avrei avuto (anche volendolo e non è questo il caso) nessun titolo per farlo. La Fabbrica è un’esperienza collettiva, è ed è stata il frutto del lavoro appassionato di moltissime persone, a Bari e in tutta Italia. Io mi sento parte di questo percorso, dei suoi successi così come dei suoi errori e dei suoi limiti. L’esperienza delle Fabbriche di Nichi ha rappresentato il tentativo di costruire uno spazio aperto della partecipazione politica capace di intercettare e di mettere assieme percorsi ed esperienze che difficilmente avrebbero trovato voce e spazio nei soggetti classici dell’organizzazione politica. Le fabbriche sono state un formidabile strumento di mobilitazione giovanile in un paese nel quale il protagonismo delle govani generazioni è considerato troppo spesso (e anche a sinistra) come un fenomeno al quale guardare con qualche diffidenza. Certo, lo so bene, in quel percorso ci sono anche molti limiti come accade tutte le volte che ci si misura con la sperimentazione di nuove forme di organizzazione della partecipazione e della politica. Il punto è che lo snodo centrale della critica che sul piano politico Onofrio Romano rivolge a questa esperienza, sta nell’idea, che io ho esplicitamente contestato, che l’esperienza concreta delle Fabbriche rappresenti per chi vi ha investito e addirittura per chi nello stesso tempo lavora alla costruzione di un partito come Sinistra Ecologia e Libertà, l’approdo finale di una ricerca, costituisca di per se il modello della nuova politica, della nuova forma dell’organizzazione e della partecipazione. …
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Onofrio Romano: Di politica ormai si parla solo in libreria"
leggi tutto da il CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
“E’ avvilente che si parli di politica ormai solo in libreria, e non nei luoghi classici”.
Onofrio Romano, autore del libro “La fabbrica di Nichi” chiude così il dibattito sul suo saggio, ieri alla Laterza, (che è anche editrice del volume) organizzato dall’associazione ‘Bari partecipa’. Con una frase che è una bomba ad orologeria: “C’è un deficit di partecipazione negli ultimi tempi, si è venuto creare uno iato tra popolo e politica”, spiega il sociologo. E con termini ora espliciti ora più ammorbiditi, la
sostanza della discussione è stata la stessa: la sinistra di Nichi Vendola ha
provocato il vendolismo, cioè la personalizzazione della politica?....