Nel suo libro di prossima pubblicazione, il filosofo canadese-americano Edward Slingerland sostiene che il consumo moderato di alcol guidi la civiltà e aiuti a promuovere la creatività. La tesi è riassunta da New Scientist.
"In definitiva, questo libro inebriante è un'ode a Dioniso, il dio greco del vino, ed è assaporato come la visione rinfrescante di un argomento controverso".
Gli omaggi al consumo di alcol non sono una novità. I poeti romantici del XIX secolo ne usavano e perfino abusavano (alcool e omaggi), e molti artisti si ponevano sotto il patronato della bevanda. Ma il libro che riassume New Scientist è di tipo diverso.
É l'opera del filosofo canadese-americano Edward Slingerland dal titolo: Drunk.
Come abbiamo sorseggiato, ballato e inciampato nel nostro viaggio verso la civiltà. Uno studio la cui idea è venuta a Slingerland qualche anno fa, dopo aver tenuto “un discorso nel campus di Google”.
Questi ospiti lo condussero nella stanza dove i programmatori cercavano ispirazione dal liquore. "Non era una stanza dove ti ubriacavi da solo".
Era proprio ciò che interessava al professore di filosofia dell'Università della British Columbia, in Canada. Spazi dove la vicinanza e l'alcol giocano il ruolo di "incubatori di creatività collettiva".
Un'osservazione che porta a una tesi: l'alcol, utilizzato da millenni dall'uomo per sballarsi, "stimola la creatività individuale", e questa si decuplica quando si condivide la bevanda.
"Questi stupefacento hanno creato la scintilla che ci ha permesso di formare gruppi molto grandi. Insomma, senza di questi la civiltà non sarebbe stata possibile".
Alla faccia del collante della società. Ma il suo studio si basa anche su conoscenze di “storia, antropologia, scienze cognitive, psicologia sociale, genetica e letteratura”. Quindi, in termini di sviluppo della creatività, gli studi supportano il suo punto.
L'alcol colpisce la corteccia prefrontale del cervello. Questa regione è il centro del ragionamento e della concentrazione. Insomma, inibendo questa parte, l'alcol favorisce così la creatività.
Un meccanismo simile a quello dei bambini, «molto creativi perché la loro corteccia prefrontale si è appena sviluppata».
"Uno stato d'animo infantile in un adulto è la chiave per l'innovazione culturale", sostiene l'autore.
Ma, sia chiaro, Edward Slingerland specifica che questi meccanismi si mettono in atto con un consumo moderato di alcol. Si daccia attenzione al "lato oscuro" della bevanda, che ti porta a guidare ubriaco o a essere violento.
È “solo a piccole dosi l'alcol può renderci felici e socievoli” e può essere usato “come una forza per il bene”.
Nessun commento:
Posta un commento