19 agosto, 2020

Il più grande fornitore di Apple dice che la Cina non è più la fabbrica del mondo

Per contrastare le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, il più grande subappaltatore di elettronica del mondo produce il 30% al di fuori della Cina e prevede di fare ancora di più. 

https://www.straitstimes.com/business/companies-markets/chinas-days-as-worlds-factory-are-over-due-to-trade-war-iphone-makerLa guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti ha una conseguenza concreta. 
Foxconn, il più grande fornitore di elettronica al mondo, sta aprendo nuove linee di produzione al di fuori della Cina, ritenendo che 'i giorni della Cina come fabbrica mondiale siano contati', riporta Straits Times di Singapore

Liu Young-way, presidente del gruppo taiwanese, che fornisce componenti per PC e telefoni ad Apple, Intel, Microsoft o addirittura Dell, ha approfittato dell'annuncio dei suoi risultati per spiegare come aveva già iniziato a riorientare la sua produzione fuori dal territorio cinese. 

La quota della sua produzione al di fuori della Cina è aumentata dal 25% al ​​30% in un anno. Ha intenzione di aumentare ulteriormente questa percentuale ed 'evitare che aumentino i prezzi dei prodotti made in China destinati ai mercati americani', spiega il quotidiano. 

'Che si tratti di India, Sud-est asiatico o Americhe, ognuno avrà il proprio ecosistema produttivo', ha detto Liu Young-way agli investitori. 

Il più grande assemblatore cinese ha avuto un secondo trimestre migliore del previsto con un utile netto di 778,5 milioni di dollari. 

Se Foxconn non è crollato nel bel mezzo della crisi economica e sanitaria globale, lo deve in parte alla crescente domanda di iPad e MacBook. Ha , quindi, tutto l'interesse a rimanere in buoni rapporti con Apple. 

Le tensioni tra l'America di Trump e la Cina comunista hanno portato molte aziende tecnologiche a rivedere le loro strategie di produzione. 

Già l'anno scorso, la stessa Liu Young-way stimava che l'iPhone potrebbe essere realizzato interamente al di fuori della Cina. 

Mentre Foxconn sembra sfuggire alla crisi per il momento, le prospettive per il futuro sono fosche. Non è impossibile che Apple 'stia ancora ritardando il lancio del suo nuovo iPhone', ha detto lo Straits Times. 

È importante sottolineare che gli ordini 'potrebbero ancora essere influenzati' dopo il divieto di WeChat da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Secondo un analista citato dal quotidiano, 'le spedizioni annuali di iPhone potrebbero diminuire del 25-30% se Apple fosse costretta a rimuovere l'app'. 

Infine, anche i concorrenti cinesi rappresentano una seria sfida per Foxconn, che cercherà di mantenere la sua leadership come assemblatore presso Apple. 

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