13 maggio, 2020

Non più grande di un chicco di riso, un piccolo verme sarebbe il nostro antenato.

Nell'Australia meridionale sono stati scoperti reperti fossili di un piccolo organismo di 555 milioni di anni fa. Questa creatura potrebbe essere un antenato dell'uomo e di una grande varietà di altri animali. 

https://phys.org/news/2020-03-ancestor-animals-australian-fossils.html'Un team guidato da geologi dell'Università della California a Riverside ha scoperto il primo antenato dell'albero genealogico a cui appartiene la maggior parte degli animali più comuni di oggi, inclusa la specie umana', si legge su Phys.org. Fossili che dimostrano la sua esistenza sono stati trovati ln giacimenti a Nilpena, nell'Australia Meridionale

Battezzata Ikaria wariootia in riferimento al nome della baia in cui sono state scoperte le sue impronte, questa piccola creatura da 2 a 7 millimetri non era più grande di un chicco di riso. 

I ricercatori, che pubblicano le loro analisi negli Atti della Proceedings of the National Academy of Sciences, stimano che il piccolo verme sia vissuto 555 milioni di anni fa, durante l'Ediacarano (periodo geologico dell'era Neoproterozoica). 

'La minuscola creatura a forma di verme sarebbe il primo bilaterale, in altre parole (il 1°) organismo con fronte e retro, due lati simmetrici e aperture ad ogni estremità (del suo corpo) collegati da un intestino', spiega il sito specializzato nell'Informazione scientifica. 

Un tipo di organizzazione comune alla maggior parte degli animali conosciuti oggi, dall'uomo ai maiali, inclusi ragni e farfalle. 

I paleontologi sospettavano già da quindici anni che piccole 'tane' osservate nella savana australiana fossero state scavate dai bilateriani nel periodo Ediacar. Ma non avevano trovato alcun segno della creatura responsabile di queste tane. 

Questi fossili, tanto più notevoli dal momento che questi organismi dal corpo morbido raramente lasciano tracce, sembrano confermare le loro ipotesi. 'È fantastico che la nostra scoperta si allinei così bene alle previsioni', ha dichiarato Mary L. Droser, una delle geologhe responsabili della scoperta, entusiasta. 

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