Riuniti a Parigi, gli esperti delle Nazioni Unite ritengono che potrebbe essere troppo tardi per riparare i danni causati dall'uomo.
Ecosistemi devastati, acqua inquinata, aria viziata, centinaia di migliaia di specie minacciate di estinzione: 'gran parte della natura è già persa e ciò che rimane continua a diminuire'. Questa è la scoperta allarmante fatta dagli esperti delle Nazioni Unite riunite a Parigi.
Gli uomini stanno sfruttando e inquinando la natura più che mai nella storia, osservano questi scienziati dopo una settimana di discussioni, secondo un progetto di rapporto di 1.800 pagine. Di conseguenza, 'oggi il 75% dell'ambiente terrestre, il 40% dell'ambiente marino e il 50% dei fiumi mostrano segni significativi di degrado'.
Più del 40% della terra è ora agricola o urbana e solo il 13% degli oceani e il 23% della terra sono ancora classificati come 'selvatici', spesso in luoghi molto remoti o improduttivi. 'Più di un terzo della terra e tre quarti delle risorse idriche vengono utilizzate per la produzione agricola e il bestiame', continua il testo.
Ma il degrado del suolo ha ridotto la produttività agricola su oltre il 20% della superficie terrestre, colpendo oltre 3 miliardi di persone.
Inoltre, l'agricoltura continua ad espandersi, specialmente 'a spese della foresta pluviale'. Tra il 1990 e il 2015, la copertura forestale globale è diminuita del 6% circa, passando da 4,28 miliardi di ettari a 3,99 miliardi di ettari. Con quasi il 60% della popolazione mondiale che vive in città, le aree urbanizzate sono raddoppiate dal 1992, occupando principalmente savane e praterie.
L'inquinamento è più difficile da valutare, ma l'uso di fertilizzanti è aumentato. Oltre l'80% delle acque reflue di tutto il mondo vengono scaricate nell'ambiente senza trattamento e nello stesso periodo 'ogni anno vengono rilasciati nell'acqua da 300 a 400 milioni di tonnellate di metalli pesanti, solventi, fanghi tossici e altri rifiuti'. Per questa ragione, 'il 40% della popolazione mondiale non ha accesso all'acqua pulita e sicura'.
Gli oceani, dove si versano milioni di tonnellate di plastica ogni anno, non sono davvero in migliori cpndizioni. Le 70.000 navi della flotta peschereccia industriale coprono ora 'almeno il 55%' dei mari. E 'quasi il 75% dei principali stock ittici' sono ormai esauriti o sfruttati eccessivamente.
Circa il 25% delle oltre 100.000 specie recensite dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) per la sua famosa lista rossa sono in pericolo di estinzione e 872 sono estinte da 500 anni. Estrapolando da più valutazioni di specie, è 'probabile che almeno un milione di specie di animali e piante (...) siano ora minacciate di estinzione', dice il rapporto.
Gli oceani, dove si versano milioni di tonnellate di plastica ogni anno, non sono davvero in migliori cpndizioni. Le 70.000 navi della flotta peschereccia industriale coprono ora 'almeno il 55%' dei mari. E 'quasi il 75% dei principali stock ittici' sono ormai esauriti o sfruttati eccessivamente.
Circa il 25% delle oltre 100.000 specie recensite dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) per la sua famosa lista rossa sono in pericolo di estinzione e 872 sono estinte da 500 anni. Estrapolando da più valutazioni di specie, è 'probabile che almeno un milione di specie di animali e piante (...) siano ora minacciate di estinzione', dice il rapporto.
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