Facebook ha cancellato definitivamente gli account e i contenuti relativi a sei figure, tra cui il complottista Alex Jones - il suo sito, Infowars, ha subito la stessa sorte - e Louis Farrakhan, leader del gruppo suprematista nero Nation of Islam. Lo ha giudicato tra quelli che fanno partte degli 'individui e organizzazioni pericolosi'.
Facebook ha detto Giovedi 2 di aver individuato alcuni personaggi come 'pericolosi', alcuni americani controversi - più comunemente classificati all'estrema destra - dopo aver smaltito le sue piattaforme.
Tra questi, il leader del gruppo suprematista nazione nera dell'Islam, Louis Farrakhan, 'noto per il suo anti-semitismo' e all'estrema destra complottista Alex Jones, titola la CNN. Come anche Paolo Nehlen, 'un antisemita che gestiva senza successo al Congresso nel 2016 e il 2018', Laura Loomer Milo Yiannopoulos e Paul Joseph Watson, 'personalità marginali dei media di destra'.
Alex Jones e il suo sito web Infowars 'erano già stati banditi da Facebook nell'agosto del 2018' e sono 'ora anche esclusi' da Instagram, di proprietà di Facebook, dice il sito The Atlantic, nel quale si rileva che le 'misure parziali' prese prima d'ora gli avevano permesso di trovare rifugio, così come 'altri estremisti', nella condivisione di foto e video nel social network. 'Hanno raccolto centinaia di migliaia di seguaci, rendendo la piattaforma un terreno fertile per le teorie della cospirazione, la disinformazione e il pensiero estremista', denuncia la rivista americana.
La CNN riporta che l'annuncio ha sollevato alcune domande, alcuni si chiedono 'perché mai Facebook abbia vietato (tutti) gli account contemporaneamente Giovedi' e non quando avevano 'infranto le regole' di utilizzo. 'Queste critiche hanno lasciato intendere che fosse una mossa propagandistica, positiva per l'azienda, giudicata spesso come lenta ad agire su questi temi e di agire solo dopo la pressione dell'opinione pubblica', scrive la testata giornalistica.
il gruppo di Mark Zuckerberg, che ha presentato martedì un'applicazione rinnovata, ha spiegato che una revisione completa di molti elementi è necessaria prima di considerare un individuo come 'pericoloso' e tutto ciò richiede del tempo.
'Abbiamo sempre bandito individui o organizzazioni che promuovono o partecipano a violenza e odio, qualunque sia la loro ideologia. Il processo di valutazione di potenziali trasgressori è ampia e ci ha portato alla nostra decisione di rimuovere questi account oggi', afferma Facebook in un comunicato.
The Washington Post, dal canto suo, vi intravede il segno che 'Facebook voglia una politica più aggressiva (verso) le espressioni di odio, in un momento in cui la violenza si sta diffondendo in tutto il mondo'. 'Il Social Network subisce enormi pressioni in tutto il mondo perchè si limit l'uso della sua piattaforma da parte di gruppi e individui portatori di odio, più recentemente dopo i massacri in Sri Lanka e in Nuova Zelanda, dove questi signori hanno utilizzato i social media per diffondere i loro messaggi'.
L'Azienda pensa alla sua sopravvivenza, così si ipotizza il Quotidiano. 'I governi di tutto il mondo stanno spingendo Facebook a cogliere più velocemente i segnali di voci settarie e altri argomenti dannosi nei contenuti, in caso contrario (la rete) può essa stessa essere bandita'.
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