La scorsa settimana, Amnesty International ha deciso di impegnarsi per la legalizzazione della prostituzione in tutto il mondo così come Human Right Watch. Amnesty lo ha deciso a Dublino martedì 16. Per il quotidiano di centro sinistra The Irish Times questa decisione è stata presa in tutta fretta: "Anche in un paese così organizzato come i Paesi Bassi, che investe molte energie nella lotta contro la tratta di esseri umani, lo sfruttamento è considerevole, anche nel settore legale. Indipendentemente dalla questione morale, è ragionevole chiedersi se la depenalizzazione potrebbe mai migliorare le cose nel mondo. Alcuni addirittura temono che si traduca in una crescita dello sfruttamento e nel peggioramento della situazione.
La dichiarazione di Amnesty è prematura. Abbiamo tutte le ragioni del mondo per proteggere meglio i lavoratori del sesso e salvaguardare i loro diritti umani. Ma andare più in là e raccomandare la depenalizzazione in tutto il mondo, sembra davvero andare troppo lontano".
Simon Hedlin, ex consigliere del governo svedese, denuncia quello che lui considera un errore: "La depenalizzazione della prostituzione sembra essere in contraddizione con gli obiettivi fondamentali di Amnesty. Una delle ragioni per tanti di noi in questi anni a sostegno di Amnesty è stata l'impegno costante dell'organizzazione a favore dei diritti fondamentali delle persone, siano essi rifugiati, prigionieri politici o vittime di tortura. Il diritto di monetizzare il sesso non è un diritto umano, ed è diritto trascurabile rispetto al diritto alla vita e alla libertà delle vittime del traffico di esseri umani. ... Nessuno è costretto ad acquistare servizi sessuali mentre sotto pressione, inganni e minacce, molte persone sono costrette a vendere il proprio corpo".
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