Sempre più stupidi questi umani
Il vago sospetto che un progressivo decadimento mentale colpisse la società attuale mi era venuto già da tempo. Scherzando, ma non troppo, sulla indigena species gravinensis (come la chiama Rosa in un post precedente) il sospetto, dicevo, si afferma sempre più. Ora la documentazione scientifica me lo conferma.
Insomma l'umanità cammina lentamente ma inesorabilmente verso la bestialità.
Questa tesi iconoclasta, rispetto all'immagine classica dell'uomo sapiens, difesa da Gerald Crabtree (Time), professore di biologia dello sviluppo dell'Università di Stanford (California), sta creando reazioni contrastanti nella comunità scientifica. In un articolo in due parti dal titolo "Il nostro intelletto fragile" (part 1 - part 2), pubblicato il 12 novembre sulla rivista Trends in Genetics, il ricercatore sospetta che le prestazioni dei nostri cervelli raggiunsero l'apice molti anni fa e sono ora in declino.
"Scommetto che se un cittadino medio di Atene '1000 aC apparisse improvvisamente in mezzo a noi, lui o lei potrebbe essere tra i più brillanti e intelligenti, con una buona memoria, una vasta gamma di idee e una visione chiara sulle questioni importanti", scrive Gerald Crabtree nella sua introduzione, "... inoltre, sono tentato di pensare che il lui o la lei sarebbero tra i più stabili emotivamente di amici e colleghi." E aggiunge: "Io scommetterei che lo stesso sarebbe per gli antichi abitanti dell'Africa, dell'Asia, India o America di 2000-6000 anni fa", spiegando che ha basato il suo ragionamento sui dati più recenti di genetica, neurobiologia e antropologia che vedono le nostre capacità intellettuali ed emotive come "sorprendentemente fragili"
Il vago sospetto che un progressivo decadimento mentale colpisse la società attuale mi era venuto già da tempo. Scherzando, ma non troppo, sulla indigena species gravinensis (come la chiama Rosa in un post precedente) il sospetto, dicevo, si afferma sempre più. Ora la documentazione scientifica me lo conferma.
Insomma l'umanità cammina lentamente ma inesorabilmente verso la bestialità.
Questa tesi iconoclasta, rispetto all'immagine classica dell'uomo sapiens, difesa da Gerald Crabtree (Time), professore di biologia dello sviluppo dell'Università di Stanford (California), sta creando reazioni contrastanti nella comunità scientifica. In un articolo in due parti dal titolo "Il nostro intelletto fragile" (part 1 - part 2), pubblicato il 12 novembre sulla rivista Trends in Genetics, il ricercatore sospetta che le prestazioni dei nostri cervelli raggiunsero l'apice molti anni fa e sono ora in declino.
"Scommetto che se un cittadino medio di Atene '1000 aC apparisse improvvisamente in mezzo a noi, lui o lei potrebbe essere tra i più brillanti e intelligenti, con una buona memoria, una vasta gamma di idee e una visione chiara sulle questioni importanti", scrive Gerald Crabtree nella sua introduzione, "... inoltre, sono tentato di pensare che il lui o la lei sarebbero tra i più stabili emotivamente di amici e colleghi." E aggiunge: "Io scommetterei che lo stesso sarebbe per gli antichi abitanti dell'Africa, dell'Asia, India o America di 2000-6000 anni fa", spiegando che ha basato il suo ragionamento sui dati più recenti di genetica, neurobiologia e antropologia che vedono le nostre capacità intellettuali ed emotive come "sorprendentemente fragili"
A sostegno della sua teoria, il prof. Crabtree mette in evidenza il gran numero di geni (2000 a 5000) coinvolti nelle facoltà intellettuali e la loro fragilità. Tenendo conto della frequenza delle mutazioni dannose nel genoma, si calcola che "3.000 anni (120 generazioni), tutti abbiamo avuto almeno due mutazioni deleterie per la nostra stabilità intellettuale o emotiva." Ma allora, come l'uomo ha acquisito la sua unica abilità cognitive e quando questo declino ha avuto inizio?
Per lui, "lo sviluppo della nostra capacità intellettuale e l'ottimizzazione di migliaia di geni coinvolti nella intelligenza probabilmente si è verificato in vari gruppi prima dei nostri antenati africani." A quel tempo, continua, l'intelligenza rappresentava un fattore critico per la sopravvivenza, provocando una forte pressione selettiva.
La situazione ha iniziato a cambiare quando la popolazione è aumentata e si è concentrata con lo sviluppo dell'agricoltura. La selezione si è così concentrata, secondo Crabtree, più sulla resistenza alle malattie causate da urbanizzazione, e molto meno su intelligenza.
DAILY NEWS
Mutations in the human brain are making us stupider, new research shows
A Stanford University professor presented evidence Monday that mutations in the human brain — brought on by advances in society that have made survival less stressful — are eroding our intellectual and emotional capabilities
Mutations in the human brain are making us stupider, new research shows
A Stanford University professor presented evidence Monday that mutations in the human brain — brought on by advances in society that have made survival less stressful — are eroding our intellectual and emotional capabilities
Siamo molto più stupidi di 2000 anni fà
altri link sono rggiungibili, evidenziati nel post o nelle foto
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