I batteri della nostra flora intestinale coinvolti nella digestione delle fibre sono un patrimonio lontano dai ruminanti. Ma stanno diventando sempre più rari, perché la nostra dieta è cambiata, riferisce la rivista americana “Science”.
Conosciamo la raccomandazione. Ciò che è meno noto è che la cellulosa non può essere digerita dal cocktail di enzimi presenti nel nostro stomaco.
Si tratta di alcune specie di batteri presenti nell'intestino che sono responsabili della degradazione della parete delle piante. La loro origine è piuttosto divertente.
Un team guidato da Itzik Mizrahi dell’Università Ben-Gurion in Israele ha scoperto che “la nostra specie probabilmente ha acquisito questi preziosi microbi dalle mucche o da altri ruminanti durante le prime fasi della domesticazione, migliaia di anni fa”, indica Science in un articolo pubblico.
Ma nello stesso momento in cui questa scoperta viene ufficializzata, viene annunciata la rarefazione di questi batteri nell’intestino umano, vittime del mondo moderno. I risultati sono dettagliati in un articolo scientifico.
Un lungo lavoro di confronto tra il materiale genetico dei batteri della flora intestinale delle mucche e quello che costituisce il microbiota umano ha permesso di evidenziare questa connessione.
Poi, confrontando i dati delle feci di individui vissuti 2000 anni fa e le feci degli attuali abitanti dei paesi industrializzati, i ricercatori si sono resi conto che “i ceppi batterici specializzati nella degradazione della cellulosa sono diminuiti nel corso dei secoli e sono addirittura scomparsi da molte persone in società industrializzate”, riferisce Science.
Una possibile spiegazione: “Ciò è probabilmente dovuto al fatto che le diete tendono a contenere meno cellulosa, di cui questi microbi hanno bisogno per crescere”.
Pertanto, più del 40% degli antichi esseri umani dovevano possedere questi batteri, mentre oggi ce n’è meno di uno su 20 in Danimarca, Svezia, Stati Uniti e Cina.
Intervistato dal settimanale scientifico, Tom Van de Wiele, ricercatore dell'Università di Gent, in Belgio, conferma che probabilmente “l'industrializzazione ci ha fatto perdere una grande diversità di microbi nel nostro intestino”.
Lto specialista in ecologia microbica si rammarica perché “privando la nostra dieta di fibre alimentari, perdiamo i microbi che ci aiutano a migliorare la salute del nostro intestino”.
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