12 gennaio, 2024

Tracce di crema solare trovate al Polo Nord

Nei ghiacciai delle Isole Svalbard, i ricercatori hanno individuato sostanze chimiche comunemente utilizzate nelle creme solari. Questi risultati illustrano l’entità della diffusione di sostanze potenzialmente dannose per l’ambiente. 
 
In uno studio preoccupante, i ricercatori hanno scoperto tracce di crema solare nella neve del Polo Nord, in particolare nei ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard”, riferisce Earth.com

Il sito americano specializzato in scienza e ambiente fa eco a uno studio pubblicato su Science of the Total Environment, per il quale un team internazionale ha raccolto e analizzato campioni prelevati da cinque ghiacciai della penisola di Broggerhalvoya (la Terra di Oscar II, sulla costa occidentale dell'isola) di Spitsbergen), Norvegia. 

Alcuni siti sono vicini a luoghi in cui vivono gli esseri umani, ma altri sono molto isolati. I ricercatori hanno rilevato componenti come filtri UV e sostanze profumate comunemente utilizzate nelle creme solari. 

Questa è la prima volta che molti dei contaminanti analizzati, come benzofenone-3, octocrylene, etil metossicinnamato ed etil salicilato, vengono identificati nella neve artica”, insiste in un comunicato Marianna D'Amico, dottoranda in Scienze polari dell'Università Ca' Foscari di Venezia e primo autore dello studio. 

I ricercatori hanno individuato una variabilità nella concentrazione dei composti chimici riscontrati a seconda della latitudine. 

Secondo loro, questi prodotti venivano trasportati dalle basse latitudini attraverso la circolazione atmosferica. 
Tanto più che, come sottolinea Marco Vecchiato, dello stesso ateneo veneziano e coautore dello studio: Alle Svalbard, durante la notte artica, il sole non sorge e non viene utilizzata alcuna protezione solare”. 

Gli effetti dannosi di questo tipo di composti chimici, alcuni dei quali sono interferenti endocrini, sono già stati dimostrati, in particolare sugli organismi acquatici. Il loro utilizzo è regolamentato anche in diverse isole del Pacifico e sono soggetti ad un attento monitoraggio da parte dell'Unione Europea. 

«Quantificare i processi di introduzione di questi contaminanti durante lo scioglimento delle nevi diventa quindi una priorità per la tutela dell'ambiente artico», stima GreenMe, sito italiano specializzato in questioni ambientali.

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