28 gennaio, 2024

L'Intelligenza artificiale abbina le impronte digitali di dita diverse alla stessa persona

Le nostre dita hanno impronte diverse l'una dall'altra? Questa idea comune è messa seriamente in discussione dai risultati di un nuovo strumento di intelligenza artificiale che secondo i ricercatori potrebbe migliorare l’efficienza delle indagini forensi. 
 
L’intelligenza artificiale (AI) potrebbe essere sul punto di spazzare via la credenza popolare nella biometria. 

Uno studio della Columbia University, basato sull’intelligenza artificiale, pubblicato il 12 gennaio sulla rivista Science Advances, indica che potrebbero esserci somiglianze tra le impronte delle nostre diverse dita. 

L'idea che le impronte digitali siano uniche e quindi incomparabili è solo un'idea preconcetta che non è mai stata scolpita nella pietra, almeno non per la comunità scientifica. 

Ma, promettono i ricercatori, grazie a questo strumento di intelligenza artificiale in grado di determinare se le impronte di dita diverse provengono dalla stessa persona con una “precisione che va dal 75% al ​​90%”, le indagini forensi potrebbero trarre vantaggio in termini di efficacia, riferisce il sito della BBC

La tradizionale biometria delle impronte digitali, utilizzata dalla scientifica per decenni, attualmente “non è in grado di determinare se le impronte di due distinte scene del crimine siano collegate e se si tratti della stessa persona”, spiega lo studio. I ricercatori della Columbia hanno testato un nuovo metodo. 

Un sistema basato sull’intelligenza artificiale è stato addestrato per “esaminare 60.000 impronte digitali (introdotte a coppie e da un database pubblico del governo statunitense) per vedere se poteva determinare quali appartenevano alla stessa persona”, spiega la BBC. 
I due campioni che compongono ciascuna coppia appartenevano talvolta alla stessa persona (ma su dita diverse) e talvolta a persone diverse. 

Questa intelligenza artificiale ha analizzato le diverse impronte esaminando l’orientamento dei solchi al centro del dito, “invece che sulle loro estremità o nei punti di giunzione – ciò che chiamiamo ‘minutiae’”. 
Lo strumento sembra utilizzare dati relativi ad angoli, curve e anelli presenti nel centro del dito. 

Secondo i ricercatori, se la loro ipotesi finale secondo cui “è possibile stabilire una somiglianza tra le impronte digitali della stessa persona” si rivelasse corretta, sarebbe “possibile ridurre notevolmente gli elenchi dei sospettati” – da 1.000 a 40. 

Per alcuni questa scoperta non è rivoluzionaria, sfuma Euronews Next, la rubrica dedicata all'innovazione dei media internazionali Euronews. Per Christophe Champod, professore di scienze forensi all’Università di Losanna, in Svizzera, questo sistema di intelligenza artificiale “non sarà particolarmente utile in ambito forense rispetto ai sistemi automatizzati esistenti”. 
Ma questo strumento è solo agli inizi, difendono gli autori dello studio. 

Poiché gli strumenti di intelligenza artificiale vengono addestrati utilizzando grandi quantità di dati, ci vorrebbero “molte più impronte digitali per sviluppare questa tecnologia”, sottolinea la BBC. 

Senza contare che le impronte utilizzate per sviluppare questo modello erano complete e di buona qualità, mentre nel mondo reale quelle raccolte sono spesso parziali. 
Sono quindi necessarie ulteriori ricerche.

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