26 maggio, 2023

La mancanza di reazione durante uno stupro avrebbe una spiegazione neurologica

I ricercatori hanno scoperto che un'aggressione può causare il blocco dei circuiti cerebrali, causando l'immobilità involontaria della vittima. 
 
La mancanza di risposta o l'immobilità durante uno stupro o un'aggressione sessuale è certamente involontaria e potrebbe essere spiegata dal blocco dei circuiti cerebrali in risposta a una minaccia acuta, secondo un articolo pubblicato lunedì sulla rivista 'Nature'

Per gli autori, Ebani Dhawan e Patrick Haggard, ricercatori dell'Institute of Cognitive Neuroscience (University College di Londra), comprendere i meccanismi neuroscientifici alla base di questo fenomeno impedirebbe alle vittime di essere ingiustamente accusate della loro mancanza di reazione. 

Le definizioni legali di stupro e violenza sessuale si basano sull'assenza di consenso. Tuttavia, dimostrare il consenso o l'assenza di consenso è difficile, è bene sottolinearlo. 

Le vittime di stupro e violenza sessuale spesso descrivono di essersi 'congelate' in risposta all'aggressione e quindi di non essere state in grado di agire, ma le prove neuroscientifiche in quest'area sono limitate, continuano gli autori. 

Sostengono che l'immobilità in risposta a una minaccia estrema è probabilmente non intenzionale. Lo spiegano con una nota risposta del cervello di fronte a una minaccia: 
di fronte all'aggressore, i circuiti cerebrali che assicurano il controllo volontario dei movimenti del corpo sono bloccati. 

Secondo loro, minacce immediate e gravi possono quindi innescare involontariamente uno stato di immobilità nell'uomo, come in certi altri animali. 

Ricordano che il 70% delle donne che si sono recate al pronto soccorso dopo uno stupro o un'aggressione sessuale hanno riconosciuto una “tonica immobilità” durante l'atto, pur descrivendo un forte desiderio di fuga ma l'incapacità di farlo. 

Questa reazione rimane un'ipotesi scientifica, riconoscono gli autori, poiché la loro argomentazione si basa su testimonianze di vittime e studi sui circuiti di difesa negli animali, che sono simili negli esseri umani.

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