27 gennaio, 2022

Il genocidio in Ruanda ha cambiato il DNA delle donne tutsi incinte

Le esperienze traumatiche delle donne tutsi incinte durante il genocidio del 1994 in Ruanda avrebbero causato cambiamenti epigenetici nel loro DNA e in quello dei loro figli.  

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Epigenomics, il trauma subito dai tutsi durante il genocidio perpetrato dagli hutu in Ruanda avrebbe portato a cambiamenti chimici nel DNA delle donne incinte e dei loro bambini non ancora nati, riporta The East African

Il genocidio, che ha provocato la morte di circa un milione di persone, per lo più tutsi, ha avuto un pesante tributo anche sui sopravvissuti, che ora soffrono di stress post-traumatico e altri disturbi di salute mentale”, ricorda The East African. 

Per valutare questi disturbi, un team dell'Università della Florida meridionale, in collaborazione con l'Università del Ruanda, ha condotto uno studio senza precedenti. 

I ricercatori hanno analizzato il genoma di 20 donne tutsi che vivevano in Ruanda e incinte al momento del genocidio, rispetto a quello di 16 donne tutsi incinte contemporaneamente e che vivevano in altre parti del mondo. 
Hanno anche confrontato il DNA dei bambini nell'utero durante il genocidio con quello di altri bambini. 

Risultato: numerose modificazioni epigenetiche si sono verificate a livello dei geni coinvolti nei rischi di disturbi mentali come stress post-traumatico e depressione, nelle madri e nei bambini esposti in utero al genocidio. 

In altre parole, queste persone hanno maggiori probabilità di essere colpite da questi disturbi mentali rispetto alla popolazione generale. 

Le modificazioni sono dette epigenetiche, perché influiscono sull'espressione dei geni senza modificarne la sequenza. In effetti, "il comportamento e l'ambiente possono causare cambiamenti che influiscono sul funzionamento dei geni", sottolinea The East African. 

Diversi studi hanno dimostrato che tali modificazioni epigenetiche vengono trasmesse nel corso di diverse generazioni e molto più velocemente delle mutazioni genetiche. Ecco perché la trasmissione dei disturbi ai bambini può avvenire in questo modo.

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