A causa della pandemia, alcuni non hanno potuto visitare i neonati della famiglia: inviamo loro, invece, questo simpatico surrogato.
L'idea non è nata a causa della pandemia di coronavirus. Naruo Ono, il proprietario di Kome no Zoto Yoshimiya Rice Mill a Kita-Kyushu, in Giappone, ci ha pensato 14 anni fa quando è nato suo figlio.
Poiché i suoi genitori vivevano lontano, non potevano venire a vedere il bambino. Naruo Ono ha quindi immaginato di inviare loro un sacco di riso avente lo stesso peso del suo neonato, cirredato con la sua foto,
'in modo che possano reggerlo e provare un momento di dolcezza', secondo le sue parole riportate dal 'Guardiano'.
Uno dei suoi clienti ha trovato l'idea eccellente e l'azienda ha deciso di offrire questo servizio. Il concetto è stato esteso anche ai matrimoni.
Gli sposi offrono ai rispettivi genitori sacchi di riso che rappresentano gli sposini quando erano piccoli, per ringraziare i genitori di aver dato loro la vita. Entrambi i concetti sono diventati molto popolari in Giappone.
Ma il loro successo è ancora maggiore dopo la pandemia. Molti nonni, in un Paese dove l'immunizzazione è stata ritardata, non hanno potuto tenere in braccio i nipoti.
Lo stesso vale per le cerimonie nuziali, spesso impossibili da organizzare con il pubblico. I sacchetti di riso simili a quelli di un bambino sono quindi serviti come ripiego.
Per le borse parto l'azienda propone 51 modelli diversi (senza contare la foto personalizzata) con un prezzo di 4860 yen (circa 38 euro), indipendentemente dal peso, ma fino ad un massimo di 4,1 kg a causa della struttura del Borsa.
E poi, è pratico, perché una volta che ci stanchiamo di fare le coccoòe per questo finto bambino, possiamo sempre fare un risotto.
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