I geoscienziati hanno misurato livelli impressionanti di mercurio nelle acque dei ghiacciai in Groenlandia. In considerazione dei rischi per gli organismi viventi e dell'attuale riscaldamento globale, la situazione è preoccupante.
L'innalzamento del livello degli oceani non è l'unica preoccupazione dei ricercatori riguardo al riscaldamento globale. Un team di geoscienziati ha trovato metalli pesanti disciolti nell'acqua nei fiordi e nei fiumi vicino ai ghiacciai della Groenlandia, riferisce la Süddeutsche Zeitung.
"Non ci aspettavamo di trovare così tanto mercurio", dice al quotidiano tedesco Nature Geoscience Jon Hawkings, autore principale dello studio.
E per una buona ragione: il livello di mercurio disciolto registrato dal suo team è quasi cento volte superiore a quello solitamente misurato nelle acque artiche, ed è uno dei più importanti tra quelli registrati in acque naturali (non trasformate dall'uomo).
A titolo di confronto, questa concentrazione è equivalente a quella dei fiumi nei centri industriali cinesi, sottolinea Benjamin von Brackel, giornalista della Süddeutsche Zeitung.
Per spiegare questa singolarità, i ricercatori prediligono - senza certezza - un'origine rocciosa. Il substrato roccioso dei ghiacciai contiene il cinabro, una specie minerale composta da solfuro di mercurio, le cui particelle potrebbero essere state rilasciate durante l'abrasione della roccia da parte del ghiaccio.
Se si esclude l'origine antropica, si pone la questione delle conseguenze per gli ecosistemi. Dal pesce alle foche, il mercurio si accumula lungo la catena alimentare sotto forma di metilmercurio, un composto dannoso per il sistema nervoso e la riproduzione. Sono interessati anche i gruppi etnici indigeni della Groenlandia, la cui pesca è la principale risorsa alimentare.
La situazione peggiorerà con lo scioglimento dei ghiacciai? Sempre nel quotidiano tedesco, Jon Hawkings afferma:
"Non sappiamo ancora quali saranno le ripercussioni. Ma dobbiamo essere consapevoli del processo e fare ulteriori ricerche su di esso".
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