Sabato in Qatar è entrato in vigore un salario minimo di 230 euro al mese, ovvero un euro l'ora. Questo stipendio riguarda sia i qatarini che i lavoratori immigrati.
Questo nuovo salario minimo di 230 euro al mese, ovvero un euro l'ora, è entrato in vigore sabato in Qatar, secondo i media ufficiali, mentre il paese rivede le sue leggi sul lavoro in vista della Coppa del Mondo FIFA 2022.
Questo stipendio è applicabile ai qatarini come a molti lavoratori immigrati, molti dei quali lavorano come collaboratrici domestiche o lavoratrici nei siti dei Mondiali, ma riguarderà principalmente questi ultimi perché pochissimi qatarini ricevono il salario minimo.
Il ministero del Lavoro "ha annunciato l'attuazione del nuovo salario minimo per tutti i lavoratori da sabato", secondo la stampa ufficiale qatariota.
La nuova normativa prevede che tutti i dipendenti siano pagati almeno 1.000 rial (230 euro) per un mese di lavoro a tempo pieno, ovvero circa un euro l'ora. In precedenza, il salario minimo era fissato a 750 rial (173 euro) al mese.
I datori di lavoro sono inoltre tenuti a fornire vitto e alloggio o un'indennità aggiuntiva di 800 rial al mese (180 euro) per vitto e alloggio.
Per la ONG Migrant Rights, il nuovo salario minimo è troppo basso e non riflette l'alto costo della vita in Qatar. Il ministero del Lavoro, da parte sua, ha stimato che questi cambiamenti "stimolerebbero gli investimenti nell'economia locale e promuoverebbero la crescita economica".
"Il Qatar è il primo paese della regione a introdurre un salario minimo non discriminatorio", ha affermato venerdì in una dichiarazione l'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO). "Più di 400.000 lavoratori, ovvero il 20% nel settore privato, ne trarranno vantaggio diretto", afferma l'ILO.
Il Qatar ha subito una serie di riforme alle sue normative sul lavoro da quando è stato selezionato per ospitare la Coppa del Mondo FIFA nel 2022.
Il paese, che impegna in enormi lavori pubblici dipendenti lavoratori stranieri, è particolarmente sotto la lente dalle organizzazioni internazionali e dalle ONG.
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