18 settembre, 2016

Van Gogh era bipolare? La mostra 'ai limiti della follia'

Gli esperti hanno cercato di trovarne le spiegazioni in alcuni episodi psicotici del pittore. 

Il pittore olandese Vincent van Gogh potrebbe essere stato, quindi, colpito da disordine bipolare.

Si tratta di una combinazione di fattori che hanno probabilmente portato a tagliarsi un orecchio e suicidarsi, ha detto venerdì un ricercatore del Van Gogh Museum di Amsterdam. 

"Siamo giunti alla conclusione che non è possibile trarre una conclusione definitiva circa la malattia", ha detto Louis van Tilborgh, che ha condotto un seminario di due giorni con esperti, tra cui psichiatri, a margine dell'ultima mostra organizzata dal museo che ha per tema la malattia mentale subita dall'artista. 

L'equipe ha cercato di trovare spiegazioni a episodi psicotici del pittore basate sulle conoscenze attuali nel campo dello psichiatra. "Prima dell'episodio del suo orecchio, potrebbe aver sofferto di disturbo bipolare", ha detto Van Tilborgh.

Van Gogh aveva tagliato l'orecchio in seguito ad un litigio con Paul Gauguin nel dicembre 1888. Dopo questo episodio, le crisi psicotiche diventarono sempre più frequenti, ha osservato l'esperto. 

"Riprese il lavoro, ma ha sviluppò il timore che questi episodi si ripetessero, e questo timore si era aggravato dopo ogni episodio". "Questa paura lo avrebbe portato al suicidio, due anni dopo", il 27 lug 1890 a Auvers-sur-Oise, vicino a Parigi, ha aggiunto. L'artista aveva allora 37 anni. 

Ma è anche molto probabile che una combinazione di fattori spieghino gli episodi psicotici: come l'abuso di alcol, l'assenzio e il deterioramento della sua amicizia con Gauguin, al quale era molto legato. 

La mostra, dal titolo "ai limiti della follia", si concentra sugli ultimi 18 mesi di vita del pittore. Ci rivela che l'artista aveva tagliato l'orecchio e non solo il lobo, come comunemente si crede. 

3 commenti:

Carla Citarella - ha detto...

Ho una passione per Van Gogh. E ciò che ho potuto constatare studiando la vita di Van Gogh, benchè spesso tormentato, in fondo, aveva una chiara percezione della propria opera nel suo insieme e del ruolo che avrebbe avuto nella storia dell'arte. E il corso della storia lo ha dimostrato.
Ci sono verità singolari come quelle di tanti altri artisti colpiti da genio e follia che non possono essere rivelate, la realtà non può essere così soggettivata. E molti oggi tentano di dare delle risposte semplicemente per catturare l'attenzione del pubblico; c'è in questo il pericolo di confondere la gente che rischia di accettare tutto in modo acritico per le troppe idee contrastanti.

Un caro saluto Beppe

Beppe de Leonardis ha detto...

Grazie Carla per il commento puntuale e interessante.
Sono d'accordo con te.
Il mio articolo descrive soltanto la cronaca degli eventi e sottende certamente anche quello che tu dici.
É singolare, comunque, come l'attenzione verso l'arte, spesso, sia più nutrita quando sollecitata dalla cronaca o dal contorno.
Mi domando spesso se la conoscenza dei grandi abbia bisogno di essere edulcorata o adulterata dalla creazione di eventi ...
Un saluto cordiale e affettuoso anche a te.
Beppe

Carla Citarella - ha detto...

Beppe ti ringrazio per questa considerazione che mi offre ulteriori spunti di riflessione.
Alla prossima.
Carla