Stiamo vivendo un periodo in cui gli eventi si susseguono sinistri
e cruenti, la storia svolge le sue trame buia e angosciante, scritta sempre più
spesso da individui mediocri, saliti al rango di maestri sugli sconnessi gradini
dei social. Anche l'amore, oggi, quello potente, annega le sue passioni nella
più insulsa e stupida delle rappresentazioni. Ho riletto dopo qualche tempo la
lettera di una grande artista ad un genio e la trascrivo perché come la pioggia
battente del pomeriggio in cui scrivo dilava quest'angolo di Murgia possa
abbattersi pulita sulla fiera delle vanità locali.
Nel 1967, Patti Smith (nata il 30 Dicembre, 1946) si trasferisce a New York e incontra la sua "anima gemella", il fotografo americano, dai sontuosi ritratti in bianco e nero, Robert Mapplethorpe (4 novembre 1946 - 9 Marzo, 1989). Il loro rapporto intimo diviene intoccabile amicizia fino alla morte.
A 42 anni, i medici scoprono che Mapplethorpe ha l'AIDS: consapevole del fatto che la fine è vicina, moltiplica le sue creazioni. Pochi giorni prima della sua morte, Patti Smith scrive questa lettera, che rimane oggi uno dei migliori tributi a un artista, erigendo Mapplethorpe come opera d'arte in sé, la più bella di tutte le sue creazioni. Purtroppo, Mapplethorpe non ebbe la possibilità di leggere questo tributo immortale per lui più che alla sua arte.
Caro Robert,
Spesso, quando sono sdraiata, gli occhi aperti, mi chiedo se anche tu faccia lo stesso. Soffri, ti senti solo? Mi hai tirata fuori dal periodo più buio della mia giovane vita. Abbiamo condiviso tutto il mistero sacro della vita d'artista. Ho imparato a vedere attraverso gli occhi e ora non traccio una linea, non disegno una curva che non sia alimentata dalla conoscenza che mi ha portato il tempo trascorso insieme.
Il tuo lavoro, che nasce da fluida sorgente, sgorga dal nudo canto della giovinezza. Tu allora dicevi di camminare mano nella mano con Dio. Ricorda come, con tutti, hai sempre avuto questa mano, tienila stretta, Robert, non lasciarla andare.
L'altro pomeriggio, quando ti sei addormentato sulle mie spalle, sono andata alla deriva, troppo. Ma ancor prima, quando ho visto tutta la tua attività e le tue opere, e la mia mente stava navigando attraverso i molti anni di lavoro, mi sono resa conto che di tutte le creazioni, tu resti la migliore. La più bella La più bella tra tutte.
Patti
lettera originale in inglese
Dear Robert,
Often as I lie awake I wonder if you are also lying awake. Are you in pain or feeling alone? You drew me from the darkest period of my young life, sharing with me the sacred mystery of what it is to be an artist. I learned to see through you and never compose a line or draw a curve that does not come from the knowledge I derived in our precious time together.
Your work, coming from a fluid source, can be traced to the naked song of your youth. You spoke then of holding hands with God. Remember, through everything, you have always held that hand, grip it hard, Robert, and don’t let go.
The other afternoon, when you fell asleep on my shoulder, I drifted off, too. But before I did, it occurred to me looking around at all of your things and your work and going through years of work in my mind, that of all your work, you are still your most beautiful. The most beautiful work of all.
Patti