Un team di 270 esperti ha tentato di replicare 100 studi socio-psicologici pubblicati nel 2008. Ma solo il 39% di questi nuovi studi hanno riportato gli stessi risultati.
Ne parlavo venerdì al bar con Raffaele, in una forma, certo, più banale e approssimativa, come si conviene ad una conversazione davanti ad un gelato o ad un caffè alla gravinese, come Tommy sa fare. Ma veniamo al dunque.
Gli studi scientifici che esaminano come si comportano o pensano gli esseri umani danno risultati difficili da verificare, secondo gli studi pubblicati giovedi, 27 agosto. Questi risultati sollevano la questione della attendibilità di queste ricerche sulla psicologia.
Un team di 270 esperti ha tentato di replicare 100 studi socio-psicologici, pubblicati in tre riviste riconosciute, nel 2008. Ma solo il 39% di questi nuovi studi hanno raggiunto gli stessi risultati come la ricerca originale, ce lo rivela la rivista Science.
Gli studi ricreati avevano come oggetto il comportamento sociale e le interazioni con gli altri, mentre si occupavano di percezione, attenzione e memoria.
"É importante notare che questi risultati piuttosto deludenti non contestano direttamente la validità delle teorie iniziali", ha detto Gilbert Chin, psicologo e direttore della risvista. "Quello che apprendiamo è che dovremmo fidarci meno di molti risultati di questi esperimenti".
Secondo Brian Nosek, un co-autore di quest'ultimo lavoro e ricercatore presso l'Università della Virginia, questo dimostra anche che gli scienziati devono costantemente rimettersi in discussione. Così come, la reputazione di un ricercatore non convalida meccanicamente il suo operato.
"La credibilità di uno studio dipende in primo luogo dalla capacità di replicare i suoi risultati, che convalidino i risultati dei lavori iniziali", prosegue Brian Nosek.
I problemi possono infatti insorgere quando gli scienziati sono convinti che i propri dati siano "significativi". A volte i campioni studiati sono troppo piccoli, dice Nosek. Lo spiega attribuendolo alla pressione particolare su alcuni scienziati che cercano disperatamente di pubblicare i loro lavori nelle migliori riviste, che può produrre risultati falsi.
Per alcuni esperti, la situazione sarebbe anche peggiore. John Ioannidis, un biologo della Stanford University in California, afferma che solo il 25% degli studi sulla psicologia resisterebbe ad una verifica, cioè "circa allo stesso tasso si altre discipline biomediche".
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