Il coccodrillo cubano sta accelerando la sua estinzione. Il motivo: corre troppo la cavallina, pardon la coccodrilla e a forza di accoppiarsi con altre specie di coccodrilli, sperpera il suo patrimonio genetico.
Come far capire ad un'animale che riprodursi a tutti i costi non è il modo migliore per preservare la specificità della sua specie? Uno studio condotto da un team di ricercatori canadesi e cubani, pubblicato nel mese di ottobre su Heredity (pubblicazione di Nature), ha dimostrato che il coccodrillo cubano - un grande rettile che può crescere fino a 5 metri, ma anche una delle specie di sauri al mondo più a rischio - sta acceleranfo la sua stessa fine. La causa in gioco è il suo comportamento sessuale: si accoppia instancabilmente con il coccodrillo americano, altra specie presente sull'isola, come riporta la rivista scientifica indiana Down to Earth.
Il coccodrillo cubano, che una volta si trovava in tutta l'isola Caraibica, non esiste più che in due zone: le paludi Zapata, nell'isola di Cuba e l'Isola della Gioventù (Isla de la Juventud), la seconda isola più grande del paese, con una popolazione totale (in esemplari) di soli 4.000 individui.
Analizzando il marker genetico di 227 coccodrilli selvatici e 137 della palude Zapata i ricercatori hanno scoperto che il grado di ibridazione di coccodrilli selvatici era molto più alto del previsto, il 49,1% proveniva da incroci con altre specie, contro solo il 16,1% di quelli in cattività.
Stiamo assistendo all'evoluzione o al degrado di quella specie? Secondo la rivista Scientific American, questo significa che i geni del coccodrillo cubani stanno scomparendo a favore di coccodrilli con geni americani e che la specie cubana perde la diversità genetica con la sua capacità di adattarsi al suo ambiente ed alle sfide che comporta. Tesi forse discutibile perché l'incrocio è anche un modo per sopravvivere e trasmettere il patrimonio genetico.
L'argomento è ancora più discutibile anche perchè i coccodrilli americani hanno apparentemente recuperato geni dei loro cugini cubani già da 2000 anni. "Non sappiamo se questa antica ibridazione sia una sorta di evoluzione complessa", dice a Scientific American George Amato, direttore dell'Istituto Sackler for Comparative Genomics. "Ma in realtà, vediamo che gli incroci minacciano le specificità di ciascuna di queste specie".
C'è ancora una speranza di mantenere il coccodrillo cubano, come lo conosciamo, ci ricorda Down to Earth. Circa il 30% degli individui in cattività hanno un sottogruppo di geni specifici che non condividono con il resto della popolazione. Questo sembrerebbe un serbatoio che potrebbe essere utilizzato per mantenere "la diversità genetica della specie per affrontare l'assalto dei coccodrilli americani".