... una cosa è il sesso (con cui sei nato), un’altra il genere (ciò che senti di essere)… e un’altra ancora l’orientamento sessuale. Alcuni pensano che tutto ciò sia “complicato”, ma semplicemente È.Facciamo solo finta di non vedere.In ogni famiglia o nel condominio o nel villaggio, chi non ha notato la zia (o vicina o amica della mamma) corpulenta e con marito mingherlino e sottomesso? eppure sono “eterosessuali” e felici, ma se fossero stati liberi di scegliere, siamo sicuri avrebbero avuto la stessa vita? visto da vicino nessuno è normale, figuriamoci come si giudica male da lontano.e allora avviciniamoci. Se ci fate caso, molte straordinarie coppie eterosessuali sono quelli dove si scambiano un po’ i caratteri e le specificità che lo stereotipo dividerebbe in maniera rigida… dove il papà è un po’ mamma e la mamma comanda, quindi potrebbero esserci 2 papà o 2 mamme, non sarebbe la fine del mondo, anzi. (continua)...
... diverso non vuol dire necessariamente superiore o inferiore e l’identità non è di per sè una gabbia...
... Leggo dai commenti ad un post di Lorella Zanardo su
... “i sessi sono meno diversi di quanto si pensi, anzi tendono a confondersi se non a scambiarsi, perché nessuno di noi è ‘per natura’ legato a un sesso” (Galimberti. 2010: 38). In questo modo tutta la distinzione ideologica tra uomo e donna condivisa dalla maggior parte delle persone crolla.
In molte città europee, con il proposito di annullare le barriere tra i due sessi, hanno dato vita a bagni pubblici cosiddetti ‘gender-less’, ovvero strutture che prevedono accesso a uomini e donne indistintamente e supera l’idea di divisione tra generi. Un passo in avanti che sottolinea come piccoli atti possano portare alla riduzione, e infine annullamento, delle distinzioni ideologiche tra uomini e donne.
È proprio partendo da azioni come queste e la partecipazione dei cittadini a contribuire alla diminuzione del ‘gender-gap’, che purtroppo in Italia risulta ancora essere preoccupantemente elevato.
Spesso ci si dimentica che la televisione, così come le pubblicità e il resto dei media, son state create da uomini come noi, forse vicini di casa o sicuramente persone che vivono nelle stesse nostre città. Il loro modo di ‘considerare’, ‘usare’ la figura della donna, per esempio, riflette quindi un atteggiamento non unico ed estraneo, ma bensì un qualcosa di ben radicato e comune nella società in cui viviamo.
Per leggere tutto l'articolo della Zanardo, con una bibliografia anche molto interessante, così come la teoria di commenti, click sul logo de 'Il corpo delle donne'
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