L'amministrazione che non va a bando
Petrara denuncia alla Procura tutte le proroghe di Valente
E sulla fiera: "E' sempre la solita storia
ANTONELLA TESTINI Mercoledì 3 aprile 2013 ore 11.00
Un tempo si scendeva in piazza per annunciare programmi, alleanze e strategie. Ora basta un post su facebook, comodamente seduti sulla poltrona di casa per mandare messaggi alla controparte, minoranza o maggioranza che sia. E così alla vigilia di Pasqua sulla bacheca del consigliere di opposizione Angelo Petrara è apparso quanto segue: "Nonostante l'appello da parte del sindaco a costruire una azione amministrativa degna di questo nome atta a fronteggiare la grave crisi economica e di rappresentanza che attanaglia la nostra città, si continuano a perseguire le logiche aberranti inaugurate dall'amministrazione Valente.... per leggerlo tutto click
L'articolo andrebbe letto tutto perchè pone problemi seri, commenti compresi, una tantum, sul modo di amministrare la cosa pubblica, non solo in questa città, anche sul ruolo dell'opposizione e, se vogliamo, della democrazia in generale.
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Una delle esigenze fondamentali del pensiero contemporaneo è quello di porre fine alla "filosofia politica", come si legge di Alain Badiou in Metapolitics. Mi sono avventurato a parlarne, qualche giorno fà, con Giuseppe e Lello. C'era il processo a Socrate in Grecia, di cui vi ho già detto, ed era un pomeriggio uggioso, insopportabile, poco adatto a queste cose. Credo di aver farfugliato qualcosa sommerso dalla indignazione per le incomprensibili, petulanti performanze e deambulatorie di alcuni politici, dalla disinvoltura ideologica, dall'arrembaggio giovanilistico al posto al sole (quando non al ristorante)
Cosa è la filosofia politica?
Il suo funzionamento di base è quello di portare la politica, per l'esercizio di "libero giudizio" e di "discussione", in uno spazio pubblico dove non contino, in definitiva, che le opinioni.
Sappiamo bene che molto prima di Arendt, o Kant, il tema della opposizione irriducibile della verità era esclusivamente platonica. Questo, tuttavia, dell'idea platonica, non vuol dire essere condannati alla opinione, sempre staccati dalla verità.
Se si esclude il commentare da bistrot o facebook, come si fà oggi, o una conversazione tra amici, "l'essenza della vita politica", lo stesso conflitto di opinioni non è politico se non si cristallizza in una decisione. La questione di una possibile verità politica deve essere esaminata non solo dal punto di vista della "discussione", ma nel complesso processo che lega la discussione alla decisione.
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Trad. it. di M. Bruzzese, Napoli, Cronopio, 2001, pp. 170, Euro 13,50, ISBN 88-85414-70-2.
"Il nemico oggi non si chiama Impero o Capitale: si chiama Democrazia" (p. 14).
I benpensanti potrebbero vedere qui l'ennesima opera di un filosofo con la testa fra le nuvole, intento a maledire il moderno con gli occhi persi nell'utopia, ma si tratterebbe veramente di un pregiudizio di troppo, perché il libro di Badiou è agile e sincero, didattico e morale, teoreticamente solido e originale. Dopo averlo letto si può pensarne male, ma dopo averlo letto appunto si può tornare a pensare - pensare il politico come luogo dove l'evento è ancora possibile e comprensibile.
La metapolitica è proprio quello spazio di significato che si propone di nuovo il pensiero dell'evento, la reinvenzione della politica a scapito della storia, storia che agisce da peso intollerabile al pensare, facilitandone l'omologazione e bloccandone l'eticità eversiva. Un silenzio spesso imposto alla politica dalla filosofia, meglio da alcuni filosofi: nel criticare l'estraneità insuperabile e paralizzante che Kant, e al suo seguito Arendt e Myriam Revault d'Allonness, situano tra pensiero e azione, Badiou vede nel kantismo la rinuncia alla verità politica se non come accettazione posteriore, come sapere dell'accaduto. (vedi)
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Badiou - Metapolitics - testo in inglese
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Badiou - Metapolitics - testo in inglese
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