Il municipio della capitale dell'Andalusia utilizza i frutti del suo aranceto urbano per produrre biogas.
Questa energia rinnovabile 'alla fine' alimenterà gli autobus della città, riferisce la stampa spagnola.
Il profumo dei fiori d'arancio inonda le strade di Siviglia ogni primavera. La capitale della regione autonoma dell'Andalusia, nel sud della Spagna, ha uno dei più grandi aranceti urbani del mondo.
Circa 50.000 alberi di Citrus aurantium, (detto anche melàngolo oppure cetrangolo, il caratteristico albero di arancio amaro della città - naranjas amargas) sono sparsi nella bellissima Andalusia e producono quasi 3.000 tonnellate di frutta ogni stagione.
Dal 2020, la società pubblica Emasesa e il Comune di Siviglia utilizzano queste arance urbane per produrre biogas e quindi generare elettricità. Il processo avviene in un impianto di depurazione a sud dell'agglomerato (di per sé autosufficiente energeticamente all'80%) dove macchine “pressano” la frutta e “digeriscono” il succo per produrre metano, componente essenziale del biogas insieme con anidride carbonica, precisa il quotidiano locale Diario de Sevilla.
Alla fine, questa energia rinnovabile 'alimenterà gli autobus della città', continua il sito di informazioni elDiario.
Secondo il canale televisivo Antena 3, “500 litri di arance spremute” producono biogas sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di “una famiglia di quattro persone” per cinque giorni.
Fino ad ora, continua il Diario de Sevilla, le arance raccolte andavano nel Regno Unito per essere trasformate in marmellata. Venivano utilizzate anche nelle distillerie, “che producono olii essenziali e profumi”, oppure servivano per fare fertilizzanti.
Questa iniziativa fa parte di un desiderio del municipio sivigliano, nelle mani del Partito socialista operaio spagnolo (PSOE), di offrire 'una seconda vita' ai rifiuti organici che finiscono in discarica, secondo Antena 3.
Dallo scorso autunno, gli aranci di Siviglia sono a rischio di diffusione di un batterio che provoca la 'malattia del drago giallo', che minaccia gli agrumi in Europa, conclude Antena 3.
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