Dopo la storica siccità che ha colpito l'Europa, lo spettacolare calo del livello dell'acqua in molti fiumi e bacini di dighe ha rivelato vestigia storiche che si credeva fossero state inghiottite per sempre.
La scorsa settimana, all'altezza del porto serbo di Prahovo, il Danubio non era più il maestoso fiume immortalato da Strauss a ritmo di valzer, ma “un cimitero di navi da guerra tedesche” affondate durante la seconda guerra mondiale, “pieno di 'esplosivi e ordigni', riporta il Washington Post.
Queste navi “facevano parte della flotta nazista del Mar Nero, affondata nel 1944 mentre cercava di sfuggire alle forze sovietiche”, precisa il quotidiano.
Solitamente sommerse, queste navi sono emerse dalle profondità del Danubio grazie allo spettacolare calo del livello dell'acqua osservato nelle ultime settimane.
Non è la prima volta che questi relitti di guerra riappaiono: avevano già visto la luce nel 2003, durante una precedente ondata di caldo. “Ma la gravità della siccità di quest'anno ha reso la navigazione particolarmente difficile, con relitti che rappresentano un pericolo per i pescherecci e le navi da navigazione, che devono aggirarli per liberare un passaggio”, sottolinea il quotidiano della capitale americana.
In Spagna sono le riserve idriche ad aver svelato i loro segreti, in particolare diverse città fantasma – a volte in perfette condizioni – inghiottite durante la creazione delle dighe. Ma la sventura di alcuni è la felicità di altri, e gli archeologi sono forse tra i pochi a beneficiare del prosciugamento dei bacini idrici.
Così, questo mese, l''ondata di caldo incessante' che ha colpito la penisola iberica 'ha rivelato le decine di monoliti preistorici' di Guadalperal in una riserva d'acqua prosciugata in Estremadura.
Gli archeologi possono quindi, per un certo periodo, studiare da soli questa “Stonehenge spagnola”, scoperta negli anni '20 e sommersa negli anni '60 durante la costruzione della diga di Valdecanas.
Da allora, secondo la NASA, era stato completamente visibile solo 'in rare occasioni'. 'È una sorpresa e una rara opportunità di accedere al sito', ha confermato al Washington Post l'archeologo Enrique Cerdillo, 'che si precipiterà' a studiare i dolmen', prima che vengano nuovamente sommersi'.
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