Un recente studio rivela che la vernice industriale si trova in grandi quantità sotto forma di microparticelle di plastica nei mari. Inquinamento noto ma finora sottovalutato.
La vernice industriale che ricopre le nostre auto, le nostre case o anche i nostri mobili, sarebbe la principale fonte di inquinamento da microplastica negli oceani. Lo rivela il lavoro svolto dal centro di ricerca EA-Environmental Action a Losanna, in Svizzera.
Il rapporto, pubblicato mercoledì 9 febbraio, stima che 7,4 milioni di tonnellate di materie plastiche che compongono le vernici cadono nell'ambiente ogni anno, principalmente sotto forma di microparticelle.
“Se studi precedenti stimavano la quota delle vernici nell'inquinamento da microplastica al 10-20%, il nuovo studio aumenta questo contributo al 58%”, ne parla Forbes.
Per quanto riguarda la quota di questo inquinamento che raggiunge gli oceani, sarebbe di 1,9 milioni di tonnellate all'anno.
Questo «supererebbe in quantità l'inquinamento attribuito a tessuti e pneumatici combinati», riporta il quotidiano Le Temps. Per ottenere questi risultati, i ricercatori si sono basati su studi precedenti e su modelli che tengono conto in particolare dei meccanismi di degrado della vernice.
“Abbiamo cercato di capire da dove, quando e in che quantità i pigmenti e le loro componenti plastiche hanno lasciato nell'ambiente", precisa in Paola Paruta, che insegna al politecnico di Milano, autrice principale dello studio.
"Le perdite di microplastiche si verificano durante tutto il ciclo di vita di una vernice: a livello di applicazione, se eseguita a spruzzo, ad esempio, nell'ambito della manutenzione, durante una levigatura che prepara la superficie a un nuovo strato, o proprio alla fine della vita del supporto, ad esempio durante lo smantellamento degli scafi delle navi”.
Va notato che è stata l'azienda norvegese Pinovo, specializzata nello sviluppo di tecnologie per la sabbiatura abrasiva sottovuoto e senza polvere delle superfici industriali, a commissionare questo studio a ricercatori indipendenti.
'Volevano renderlo il più trasparente possibile e hanno invitato esperti di fama mondiale a rivedere il loro lavoro', assicura Le Temps.
'Questo rapporto è molto completo e la quota di vernici nell'inquinamento da plastica è una grande sorpresa', secondo Laurent Maeder, specialista in economia circolare, che non ha partecipato al lavoro.
Quest'ultimo “si augura che questa consapevolezza favorisca lo sviluppo di alternative prive di componenti problematiche, come sono già alcuni pigmenti utilizzati nell'industria del legno o dell'edilizia e certificati dall'etichetta Cradle to Cradle, che contraddistingue i prodotti innocui per le persone e per l'ambiente”. conclude il quotidiano.
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