12 novembre, 2020

Ecco come appare effettivamente il coronavirus

I ricercatori sauditi hanno realizzato un modello tridimensionale del virus, il più dettagliato fino ad oggi. 

La forma generale del coronavirus ci è diventata familiare grazie alle rappresentazioni grafiche che ne sono state fatte dall'inizio della pandemia. Ma è difficile ottenerne un'immagine molto precisa, poiché il suo diametro misura 125 nanometri, 1000 volte più piccolo di quello di un capello. 

Tuttavia, la criomicroscopia elettronica ha permesso di visualizzare la sua forma generale, una palla irta di punte, che corrisponde in realtà alle proteine ​​che si legano alle nostre cellule per infettarle. 
Una forma tipica di coronavirus, così chiamata con riferimento alla "corona". Ma ogni giorno che passa ci permette di comprendere meglio questo flagello globale. 

Un team della King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) in Arabia Saudita ha sviluppato un modello tridimensionale dettagliato del coronavirus, combinando immagini al microscopio elettronico con un database di proteine. 

Un modello ancora imperfetto e che, dicono gli scienziati, può essere facilmente aggiornato man mano che vengono fatte nuove scoperte, ma che attualmente è la rappresentazione più prossima a quella del del virus. 

"Il sistema utilizza le informazioni fornite per prevedere la forma generale della cellula e generare un modello 3D", dice uno degli scienziati

L'immagine esterna del virus è certamente familiare, ma "il nostro modello mostra l'ultrastruttura virale completa così come la conosciamo finora, e non solo alcune proteine ​​spike incomplete posizionate arbitrariamente su una membrana lipidica", scrive uno dei ricercatori. della KAUST. In particolare, vediamo i recettori che sporgono dalla superficie. 

Questa rappresentazione "rivela dettagli del virus che prima erano impossibili da vedere, come il modo in cui pensiamo che le proteine ​​centrali formino una struttura simile a una corda all'interno". 

Fondamentalmente, i ricercatori hanno virtualmente sollevato il cappuccio del virus per vedere cosa c'era nel suo stomaco che nessun microscopio potrebbe mai perforare. Ma lo hanno fatto sulla base di alcuni presupposti scientifici: 
"Lo Scripps Research Institute negli Stati Uniti ci ha fornito l'ipotesi più probabile per l'interno della struttura sulla base dei dati attuali". 

Altre squadre stanno lavorando sull'architettura esterna ed interna del virus, come questo studio pubblicato a settembre su "Cell" da ricercatori cinesi. 

Se l'assunto usato dagli scienziati KAUST per rappresentare l'interno del virus dovesse rivelarsi errato, "possiamo facilmente aggiornare il modello", ci dicono. 

Questo tipo di rappresentazione, che può essere migliorata poiché ogni nuova scoperta può essere incorporata in essa, dovrebbe consentire, sperano i ricercatori, "di aiutare a rivelare aspetti del virus e della sua struttura, che potrebbero accelerare la scoperta di farmaci per il trattamento del Covid-19”. 

Il “Daily Mail”, che fa eco a questa scoperta, ricorda anche l'utilità di conoscere la struttura del virus poiché il promettente vaccino sviluppato da Pfizer e BioNtech si basa interamente su questi picchi sulla superficie del virus che si legano alle nostre cellule e che impedirà loro di farlo. 

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