Una scienziata britannica sostiene che i giocattoli tipici delle ragazze ostacolino lo sviluppo della creatività.
Le bambine dovrebbero giocare meno con le bambole e dare più spazio, come i ragazzi, ai giochi di costruzione, per un maggior sviluppo della creatività, lo ha dichiarato la scorsa settimana una influente scienziata britannica, Athene Donald.
"Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare i ragazzi e le ragazze e ciò che è bene per loro quando sono piccoli. La scelta dei giocattoli è importante? Ne sono convinta", dice la scienziata, professore di fisica sperimentale all'Università di Cambridge, che ha proseguito:
"Stiamo creando comportamenti sociali stereotipando i tipi di giocattoli che ragazzi e ragazze ricevono nella prima infanzia". La Donald presto diventerà presidente della British Science Association (BSA).
"I Giocattoli delle ragazze sono in genere legati alla passività - come pettinare i capelli di Barbie, per esempio - e non le costruzioni, l'immaginazione, la creatività, come con i Lego o il Meccano".
Sottolineando che nella propria area di ricerca mancavano studentesse, sentiva che la scelta di giocattoli inadeguati potrebbe costruire un ambiente sociale che allontana le donne da certe professioni.
"Organizzazioni come la Confederation of British Industry parlano costantemente di carenza di studenti qualificati nel campo della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica. Ma uno dei modi per rispondere potrebbe essere quello di garantire che la metà della popolazione non se ne senta escluso".
"I Giocattoli delle ragazze sono in genere legati alla passività - come pettinare i capelli di Barbie, per esempio - e non le costruzioni, l'immaginazione, la creatività, come con i Lego o il Meccano".
Sottolineando che nella propria area di ricerca mancavano studentesse, sentiva che la scelta di giocattoli inadeguati potrebbe costruire un ambiente sociale che allontana le donne da certe professioni.
"Organizzazioni come la Confederation of British Industry parlano costantemente di carenza di studenti qualificati nel campo della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica. Ma uno dei modi per rispondere potrebbe essere quello di garantire che la metà della popolazione non se ne senta escluso".
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