In una delle conversazioni che spesso stimolano i miei post si
parlava del perchè i turisti, specialmente nordici, preferiscano una vacanza
al mare d'Egitto piuttosto che un giro tra le meraviglie della storia
dell'umanità. "Lì fa un freddo cane tutto l'anno, ti pare che dopo un anno di lavoro vadano a
vedersi quattro pietre piuttosto che prendere una bella
giornata di sole?..."
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I turisti gradualmente stanno tornando in Egitto, ma abbandonano i luoghi storici.
In Egitto, gli operatori del turismo hanno finalmente tirato un sospiro i sollievo. Dopo diversi anni drammatici in termini di presenze, il paese vede finalmente la curva invertirsi. Nel 2014, i turisti stranieri avevano portato 7.300.000.000 $ nel paese, contro i soli 5,5 miliardi nel 2013, secondo i dati del Ministero del Turismo.
Un bell'aumento per le entrate nel portafoglio di stato a corto di liquidità, che si spiega con il crescente numero di turisti: erano 9,9 milioni in Egitto lo scorso anno, un livello che non si vedeva dal 2011, l'anno della rivolta popolare che ha cacciato Mubarak dal potere e fece tuffare l'Egitto in un periodo di instabilità che ha allontanato i visitatori stranieri.
Ma le autorità egiziane sembra si trovino di fronte a un problema: la stragrande maggioranza dei turisti non visita i grandi monumenti egiziani, come i templi della valle di Luxor e preferiscono le località balneari del Mar Rosso. Secondo il Daily News, quotidiano inglese del Cairo, solo il 5% di visitatori stranieri ha infatti praticato il turismo culturale nel 2014. Sotto accusa la scarsa pubblicità del governo nel promuovere i monumenti egiziani, secondo il Daily News.
Di fronte a questo calo di circa il 30% di presenze sui siti culturali, il Ministero del Turismo ha recentemente annunciato di voler dedicare il 25% del suo budget pubblicitario in campagne per la Valle di Luxor, i templi di Assuan o le piramidi di Giza.
Hossam El-Bortakaly, direttore del marketing dell'agenzia Nexters Team confida al Daily News che è necessaria una spinta:
"Il turismo culturale in Egitto deve essere promosso come qualcosa di tendenza, non come una vecchia pietra".
Un bell'aumento per le entrate nel portafoglio di stato a corto di liquidità, che si spiega con il crescente numero di turisti: erano 9,9 milioni in Egitto lo scorso anno, un livello che non si vedeva dal 2011, l'anno della rivolta popolare che ha cacciato Mubarak dal potere e fece tuffare l'Egitto in un periodo di instabilità che ha allontanato i visitatori stranieri.
Ma le autorità egiziane sembra si trovino di fronte a un problema: la stragrande maggioranza dei turisti non visita i grandi monumenti egiziani, come i templi della valle di Luxor e preferiscono le località balneari del Mar Rosso. Secondo il Daily News, quotidiano inglese del Cairo, solo il 5% di visitatori stranieri ha infatti praticato il turismo culturale nel 2014. Sotto accusa la scarsa pubblicità del governo nel promuovere i monumenti egiziani, secondo il Daily News.
Di fronte a questo calo di circa il 30% di presenze sui siti culturali, il Ministero del Turismo ha recentemente annunciato di voler dedicare il 25% del suo budget pubblicitario in campagne per la Valle di Luxor, i templi di Assuan o le piramidi di Giza.
Hossam El-Bortakaly, direttore del marketing dell'agenzia Nexters Team confida al Daily News che è necessaria una spinta:
"Il turismo culturale in Egitto deve essere promosso come qualcosa di tendenza, non come una vecchia pietra".
Sul sito ufficiale dell'ufficio turistico del Paese, sono messi in primo piano i luoghi della valle del Nilo. Forse un segno di un cambiamento di politica.
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