Le donne sono spesso utilizzate come ricompensa per il successo di un eroe di sesso maschile.
Un bacio della Principessa Peach per ringraziare Mario per averla liberata dal cattivo Bowser, con le gambe per aria, dopo la liberazione della vittima da un sequestro, dall'eroe di Defender of the Crown, oppure sesso per aumentare la capacità del giocatore, come in Grand Theft Auto ... Nella maggior parte dei videogiochi, con protagonista un eroe maschile, la donna è un trofeo che premia il compimento di una missione. In ogni caso, questa è la constatazione di Anita Sarkeesian nel suo video postato il 31 agosto scorso su feministfrequency canale Youtube.
Questa giornalista, ha conseguito un Master in Sociologia politica e mira a decostruire l'immagine della donna nei media. Il rapporto è molto istruttivo: il corpo femminile è usato come ricompensa nei videogiochi, è visto come "da collezionare", docile e di consumo. Inoltre, serve a migliorare la presunta mascolinità del giocatore maschio. Secondo la blogger, assume forme diverse - sia nel gameplay che nel code source (codice sorgente), gli sviluppatori sono direttamente coinvolti nel processo dal momento che queste opzioni sono incorporate nel codice sorgente ... Alcuni personaggi hanno un costume sbloccabile in funzione delle missioni completate. In Resident Evil: Revolution 2, la tenuta di gioco diventa un abito sexy.
Un'altra deriva denunciata dalla Sarkeesian: il compimento di atti sessuali per aumentare la capacità del carattere. L'atto sessuale ha quindi la stessa funzione di una bevanda energetica: si consuma e poi si butta. A volte le donne sono presentate come oggetti da raccogliere e visibili in ogni momento nella galleria personale del giocatore. Splatterhouse consente all'eroe di raccogliere diversi frammenti di immagini di donne che, una volta assemblate, la presentano in posizioni, diciamo così, suggestive.
Questa visione delle donne come trofei ingenera varie rappresentazioni nei giocatori. L'individuo femminile diventa un oggetto da collezione per l'uomo, la rappresentazione della loro potenza sessuale e virilità. Inoltre, queste pratiche suggeriscono, secondo la giornalista, che gli uomini abbiano un dovere, una specificità nel loro genere. Lo sblocco del trofeo, "Giuro, l'ho fatto per sbaglio", in Lollipop Chainsaw avviene osservando una donna poco vestita da ogni angolo possibile o immaginabile.
Per la ricercatrice, queste pratiche vanno denunciate, soprattutto perchè l'imitazione è parte integrante dello sviluppo del bambino. Dice anche che i videogiochi hanno un ruolo da svolgere nella costuzione dell'immagine di sé e le relazioni tra individui. A quel livello, gli sviluppatori hanno ancora una mole enorme di lavoro da svolgere.
Nessun commento:
Posta un commento