Con queste brevi considerazioni rispondo a quanti mi hanno scritto a proposito dei due post immediatamente precedenti. Qui si alludeva all'arte diffusa, o presunta tale, nella città d'arte della Murgia.
Solo con l'arte possiamo uscire da noi stessi. (Marcel Proust)
Questa frase è tratta da un bellissimo passaggio del 'Tempo ritrovato' (settimo libro di 'alla ricerca del tempo perduto'). Il narratore ha appena compreso che "la vita reale è la letteratura" e riflette sul compito dell'artista.
Per lui, Marcel Proust, l'arte permette all'uomo di "sapere cosa vede un altro uomo dell'universo." In altre parole, attraverso l'arte, possiamo vedere ciò che forse non avremmo potuto mai vedere o conoscere, abbiamo accesso a un vero e proprio "moltiplicato" diverso dal nostro e quindi più ricco. Mettendo da parte le nostre preoccupazioni e la nostra autostima, raggiungiamo ciò che lui chiamava "arte vivente".
Così chè, un artista rivolto solo verso se stesso non sarà mai un vero artista ... Un credo, questo, che lo avvicina stranamente ad un certo Albert Camus che negli anni '50, evoca un'arte che parla "di tutto e a tutti."
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