Secondo uno studio, questi piccoli primati emettono grida forti e acute per assegnarsi 'tag vocali'.
Secondo uno studio pubblicato giovedì 12 sulla rivista Science, i cui risultati sono stati riportati dal New York Times, gli uistitì utilizzano chiamate distinte per rivolgersi a individui diversi, nello stesso modo in cui gli esseri umani usano i nomi.
'Questi risultati li rendono i primi primati non umani conosciuti a utilizzare etichette vocali di tipo nominativo per designare gli individui', decifra il giornale americano.
Fino a poco tempo fa si pensava che “solo gli esseri umani, i delfini e i pappagalli” e gli elefanti africani usassero nomi per comunicare, dice l’articolo.
Il team di ricercatori ha utilizzato l'intelligenza artificiale per scoprire i nomi nascosti nei richiami degli uistitì.
Gli scienziati hanno studiato 10 uistitì in cattività appartenenti a tre gruppi familiari, analizzando i richiami di diverse coppie di scimmie.
Hanno registrato i gridi emessi da questi piccoli primati, il che ha permesso di costituire un database di quasi 54.000 gridi.
“Hanno poi inserito queste grida in un sistema di apprendimento automatico, che è stato in grado di rilevare le differenze tra le grida rivolte alle singole scimmie. Basandosi esclusivamente sulle caratteristiche acustiche, il sistema era in grado di prevedere a quale scimmia era rivolto un particolare grido”, spiega il New York Times.
'Questa scoperta, parte di un crescente sforzo scientifico volto a decodificare la comunicazione animale con strumenti informatici sofisticati, potrebbe aiutare a far luce sulle origini del linguaggio', sottolinea il quotidiano.
“Ciò suggerisce anche che è possibile che il comportamento di denominazione sia più diffuso nel regno animale di quanto pensassero in precedenza gli scienziati”.
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