Annettere eccessiva importanza al fatto che il "tempo è denaro" è un ottimo modo per stressare se stessi e morire prima. La correlazione tra denaro e stress.
Secondo due ricercatori americani, il fatto di associare il tempo al denaro aumenta i livelli di cortisolo nel corpo, e quindi lo stress e l'insoddisfazione. Per ritrovare il gusto per il lavoro e la vita, è urgente cambiare modello. Questo articolo è ispirato tradotto e riportato dall'originale della Stanford University.
Quando la Stanford University cambiò il suo software delle buste paga, pochi anni fa, Jeffrey Pfeffer, professore presso la Stanford Graduate School of Business, notò qualcosa di strano sulla sua busta paga: benchè non fosse pagato ad ore, il documento mostrava una retribuzione oraria. La cosa risvegliò la sua curiosità, da professore del comportamento organizzato volle capire da dove venisse fuori quel tipo di attribuzione. Risposta: la sua paga oraria era pari al suo stipendio annuale diviso per 2080 (vale a dire 52 settimane moltiplicato per 40 ore).
Ma è la sua reazione psicologica che lo ha più interessato. Costretto a quantificare il valore del suo tempo in moneta sonante, Jeffrey Pfeffer si era reso conto che stava cominciando a pensare al tempo in dollari.
Dieci anni più tardi, la questione lo appassionava ancora e a buona ragione: con l'assistenza di Sanford DeVoe, che insegna presso l'Anderson School of Management presso l'UCLA, dopo un dottorato di ricerca presso la Stanford, Pfeffer ha dimostrato che pensare il tempo in termini di denaro influenza la scelta degli individui a proposito di volontariato o di straordinari remunerati al lavoro.
Secondo le ultime ricerche di Pfeffer, in collaborazione con Dana R. Carney della Haas School of Business presso l'Università della California a Berkeley, questo concetto economico di tempo ha anche conseguenze fisiologiche per l'individuo. Lo studio conclude che più si è consapevoli del valore economico di ogni momento più si è stressati e con alti livelli di cortisolo, l'ormone responsabile di questo sentimento.
I due ricercatori si sono anche appoggiati a lavori precedenti, tra cui uno studio preparato nel 2001 da Cathleen Kaveny, che ora lavora al Boston College. Kaveny voleva capire il motivo per cui gli avvocati considerano raramente se siano soddisfatti delle loro carriere, spesso finiscono per rinunciare, nonostante il prestigio e, spesso, la superiore remunerazione. I momenti del Bar, il cui tempo è misurabile in minuti fatturabili, li rende estremamente consapevoli della lancetta dei secondi, che ritma la loro vita professionale. Ma anche nella loro vita privata, pensano al denaro che perdono quando non lavorano, ad esempio, la somma di cui si privano cenando con gli amici o intrattenendosi con la squadra di calcio o i propri bambini.
Per dimostrare la correlazione tra il denaro e stress, Pfeffer e Carney hanno reclutato 104 soggetti per un test, li hanno pagati 57,50 dollari (50 euro) per due ore in un'azienda immaginaria, e separati in due gruppi. Prima di affrontare il compito, i 50 dipendenti del primo gruppo sono stati invitati a calcolare le loro entrate per minuto. Gli altri avrebbero eseguito le stesse missioni senza questo calcolo.
Per determinare gli effetti fisiologici e psicologici di queste informazioni, Pfeffer e Carney hanno misurato il cortisolo salivare, un indicatore fisiologico dello stress, in tutti i partecipanti prima e dopo le loro due ore. I risultati sono preoccupanti, dice Pfeffer. Oltre a presentare un livelli di cortisolo 25% superiore a quella degli altri, i soggetti informati del valore del loro tempo, hanno meno apprezzato le due pause concesse loro, durante je quali sono stati in grado di ammirare opere d'arte o ascoltare musica.
"Il cortisolo ha una serie di effetti negativi sul corpo - dice Pfeffer - Un aumento del 25% del suo tasso può avere gravi conseguenze per la salute".
Secondo Pfeffer, questi risultati sono particolarmente allarmanti visto il cambiamento del mondo del lavoro negli Stati Uniti. Sempre più dipendenti lavorano in quella che viene chiamata "gig economy", dove sono pagati a porzioni, piuttosto che essere impiegati a tempo pieno. Per loro, il tempo è veramente denaro. "Lo stress di questa nuova organizzazione del lavoro può influenzare la salute generale della popolazione" conclude lo studio.
"Per molti aspetti, di cui questo è solo un esempio, ci si sta muovendo nella direzione sbagliata", dice preoccupato Pfeffer. "Costantemente si calcola il valore finanziario delle nostre ore. Tutti gli studi dicono la stessa cosa: quando si associa troppo il tempo al denaro, non siamo più padroni della nostra vita. Diventiamo impazienti. Non apprezziamo più la musica o i tramonti. Questa non è la strada per la felicità".
Ma è la sua reazione psicologica che lo ha più interessato. Costretto a quantificare il valore del suo tempo in moneta sonante, Jeffrey Pfeffer si era reso conto che stava cominciando a pensare al tempo in dollari.
Dieci anni più tardi, la questione lo appassionava ancora e a buona ragione: con l'assistenza di Sanford DeVoe, che insegna presso l'Anderson School of Management presso l'UCLA, dopo un dottorato di ricerca presso la Stanford, Pfeffer ha dimostrato che pensare il tempo in termini di denaro influenza la scelta degli individui a proposito di volontariato o di straordinari remunerati al lavoro.
Secondo le ultime ricerche di Pfeffer, in collaborazione con Dana R. Carney della Haas School of Business presso l'Università della California a Berkeley, questo concetto economico di tempo ha anche conseguenze fisiologiche per l'individuo. Lo studio conclude che più si è consapevoli del valore economico di ogni momento più si è stressati e con alti livelli di cortisolo, l'ormone responsabile di questo sentimento.
I due ricercatori si sono anche appoggiati a lavori precedenti, tra cui uno studio preparato nel 2001 da Cathleen Kaveny, che ora lavora al Boston College. Kaveny voleva capire il motivo per cui gli avvocati considerano raramente se siano soddisfatti delle loro carriere, spesso finiscono per rinunciare, nonostante il prestigio e, spesso, la superiore remunerazione. I momenti del Bar, il cui tempo è misurabile in minuti fatturabili, li rende estremamente consapevoli della lancetta dei secondi, che ritma la loro vita professionale. Ma anche nella loro vita privata, pensano al denaro che perdono quando non lavorano, ad esempio, la somma di cui si privano cenando con gli amici o intrattenendosi con la squadra di calcio o i propri bambini.
Per dimostrare la correlazione tra il denaro e stress, Pfeffer e Carney hanno reclutato 104 soggetti per un test, li hanno pagati 57,50 dollari (50 euro) per due ore in un'azienda immaginaria, e separati in due gruppi. Prima di affrontare il compito, i 50 dipendenti del primo gruppo sono stati invitati a calcolare le loro entrate per minuto. Gli altri avrebbero eseguito le stesse missioni senza questo calcolo.
Per determinare gli effetti fisiologici e psicologici di queste informazioni, Pfeffer e Carney hanno misurato il cortisolo salivare, un indicatore fisiologico dello stress, in tutti i partecipanti prima e dopo le loro due ore. I risultati sono preoccupanti, dice Pfeffer. Oltre a presentare un livelli di cortisolo 25% superiore a quella degli altri, i soggetti informati del valore del loro tempo, hanno meno apprezzato le due pause concesse loro, durante je quali sono stati in grado di ammirare opere d'arte o ascoltare musica.
"Il cortisolo ha una serie di effetti negativi sul corpo - dice Pfeffer - Un aumento del 25% del suo tasso può avere gravi conseguenze per la salute".
Secondo Pfeffer, questi risultati sono particolarmente allarmanti visto il cambiamento del mondo del lavoro negli Stati Uniti. Sempre più dipendenti lavorano in quella che viene chiamata "gig economy", dove sono pagati a porzioni, piuttosto che essere impiegati a tempo pieno. Per loro, il tempo è veramente denaro. "Lo stress di questa nuova organizzazione del lavoro può influenzare la salute generale della popolazione" conclude lo studio.
"Per molti aspetti, di cui questo è solo un esempio, ci si sta muovendo nella direzione sbagliata", dice preoccupato Pfeffer. "Costantemente si calcola il valore finanziario delle nostre ore. Tutti gli studi dicono la stessa cosa: quando si associa troppo il tempo al denaro, non siamo più padroni della nostra vita. Diventiamo impazienti. Non apprezziamo più la musica o i tramonti. Questa non è la strada per la felicità".
Perchè mai i datori di lavoro avrebbero molti motivi per preoccuparsi dello stress dei propri dipendenti? La ricerca di Jeffrey Pfeffer da loro tre buoni motivi per farlo:
- prima, l'assistenza medica è costosa, sia per il datore di lavoro e per la società nel suo complesso,
- quindi, la salute dei lavoratori incide sulla loro produttività,
- infine lo stato di salute dell'individuo è un indicatore affidabile di una società funzionante.
"Dobbiamo fare più attenzione alle persone così come agli orsi polari. Molte aziende, soprattutto quelle più grandi, menano vanto di ridurre le emissioni di CO 2, riducendo gli imballaggi. Certo, l'ambiente fisico è importante, ma l'ambiente umano è altrettanto importante".
Lo studioso incoraggia, pertanto, i datori di lavoro a trovare il modo di aiutare i loro dipendenti ad allontanarsi da questa mentalità che fa corrispondere il tempo al denaro, passando alle retribuzioni annuali piuttosto che orarie, per esempio. "ci facciamo del male se pensiamo in ogni momento al valore del nostro tempo, insiste. Viviamo in una società che pianifica gli eccessi, coì non va, non è molto sano. Non è così in altre parti del mondo".
Gli abitanti dell'isola greca di Icaria, dice lo studio, prestano poca attenzione agli orologi ... e viveono molto a lungo. "In Spagna, si usa una lunga pausa per il pranzo, si beve vino, ci si può rilassare, dice Pfeffer. Non è la stessa storia qui ".
Gli abitanti dell'isola greca di Icaria, dice lo studio, prestano poca attenzione agli orologi ... e viveono molto a lungo. "In Spagna, si usa una lunga pausa per il pranzo, si beve vino, ci si può rilassare, dice Pfeffer. Non è la stessa storia qui ".
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La siesta è finita. Basta con il pisolino pomeridiano. Al lavoro!
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