Trapianto senza precedenti accende la speranza per i paraplegici.
Un paraplegico, il cui midollo spinale fu reciso, può ora camminare di nuovo dopo aver innestato le sue cellule olfattive. Il primo caso, che apre la strada ad ulteriori ricerche.
"Lei sta scrivendo la storia. Quel che può fare è per me più straordinario del primo uomo che cammina sulla luna". Lo ha detto Geoffrey Raisman, direttore dell'Istituto di Neurologia dell'University College di Londra e autore della ricerca, a Darek Fidyka, paraplegico. di 40 anni, che non riusciva a camminare in seguito ad una ferita da coltello nel 2003, che gli aveva causato una sezione quasi completa del midollo spinale.
Undici anni dopo, appare nel
programma "Panorama" della BBC in piedi, ovviamente tra le barre fisse o con un deambulatore e degli apparecchi ai piedi, ma evidentemente in marcia. Questo risultato è stato ottenuto con l'innesto le proprie cellule olfattive, eseguito nel 2012. Una metodologia alla quale lo scienziato britannico lavora da molti anni, ma non vi erano stati precedentemente dei test che sugli animali.
Il midollo spinale, assembla migliaia di nervi che scendono dal cervello all'interno della colonna vertebrale e consente la comunicazione tra la pelle, i muscoli, le articolazioni, e il cervello. Una lesione sopra la settima vertebra cervicale induce tetraplegia, paralisi di tutti e quattro gli arti, lesioni più basse, invece provocano paraplegia.
Mezzo milione di persone nel mondo ogni anno sono vittime di lesioni del midollo spinale, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). "Il midollo spinale è raramente tagliato di netto, ma una frattura può causare la compressione delle vertebre ed è sufficiente a creare disturbi neurologici gravi e irreversibili, spiega Didier Martin, capo della neurochirurgia presso l'Ospedale Universitario di Liegi, in Belgio. Indossare il casco e la cintura di sicurezza sono consigli banali, ma quando non esiste una cura, la prevenzione è fondamentale". In effetti, oltre il 90% delle lesioni sono traumatiche, di solito conseguentii ad incidenti o cadute.
Nella pratica clinica quotidiana, la prognosi neurologica è spesso correlata allo stato neurologico iniziale subito dopo il trauma, secondo John Duff, un neurochirurgo specializzato di midollo spinale a Losanna. Oggi, sono stati fatti molti progressi in terapia intensiva, mezzi di trasporto, di diagnostica - più rapida e accurata grazie alla risonanza magnetica - ed alla chirurgia, che impedisce che il midollo subisca lesioni secondarie. Se questi fattori favoriscono il recupero dei pazienti in fase di riabilitazione, "non sempre si sa rigenerare il midollo spinale".
Il problema è che "le cellule del midollo spinale e del cervello, a differenza di quelle dei nervi periferici, non sono in grado di rinnovarsi impedendo la ricrescita delle fibre nervose", spiega il presidente del comitato scientifico della Fondazione internazionale per la ricerca in paraplegia (IRP). Modifica questo ambto è un importante direzione della ricerca.
Per fare questo, ci si è concentrati sulle cosiddette cellule sovrapposte che rivestono i bulbi olfattivi. Essi hanno la particolarità di secernere molecole che promuovono la ricrescita di cellule nervose. "L'innesto delle cellule olfattive tuttavia è solo un passo del protocollo seguito dal paziente", osserva Andreas Steck. La terapia chirurgica include la resezione della cicatrice intorno alla lesione e il trapianto di nervosi periferici per "costruire un ponte" tra le due estremità del midollo traumatizzato".
I medici sottolineano anche il percorso riabilitativo fuori dal comune seguito da Darel Fikyda cinque ore al giorno, cinque giorni a settimana per diversi mesi prima e dopo l'intervento. "E' perciò difficile determinare il ruolo svolto dalle cellule olfattive nel trapianto. E' certamente un passo in avanti emozionante per la ricerca. Ma prima che diventi una realtà terapeutica, sarà necessario confermare questi risultati in altri pazienti", spiega Andreas Steck.
Altri studi, compresi quelli di Martin Schwab dell'Università di Zurigo e Elizabeth Bradbury del King College di Londra, hanno anche lo scopo di rendere l'ambiente favorevole alla ricrescita delle fibre nervose. "Non pensiate che troveremo una molecola miracolosa contro la paraplegia, dice Didier Martin. Gli approcci multimodali della ricerca multidisciplinare, sembrano più promettente".
In occasione della recente pubblicazione dei nuovi risultati incoraggianti nei ratti, e l'annuncio dell'inizio della sperimentazione clinica nel 2015: "Dobbiamo stare attenti a non estrapolare troppo in fretta per l'uomo risultati raggiunti con gli animali, avverte John Duff. Il midollo spinale di un topo non è proprio simile a quello dell'uomo. Soprattutto la nostra motilità bipede è molto più complessa di quella di un quadrupede".