comunicato stampa
Questo video contiene le immagini della prima operazione dei R.I.C., il Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace, che ha iscritto Enel al registro degli indagati. Ieri mentre i R.I.C. consegnavano l’ “avviso di garanzia” presso la sede dell’azienda a Roma, più di 8 mila investigatori online lo mandavano via mail ai suoi dirigenti.
Dobbiamo continuare a fare pressione.
Enel sta uccidendo il clima con i suoi piani di investimento nel carbone ed è il principale ostacolo alla rivoluzione energetica di cui l’Italia ha bisogno.
La centrale Enel di Brindisi, che produce danni ambientali e sanitari stimati fino a 700 milioni di euro l’anno (fonte AEA), è solo una delle otto centrali a carbone che il colosso dell’energia possiede in Italia.
Non è tutto. Vuole realizzarne altre due.
Secondo l’ultimo dato presentato dall’azienda stessa, nel 2011 la sua produzione da carbone in Italia è salita dal 34,1% al 41%. Le nuove rinnovabili sono salite, invece, da un misero 7,1% a un poco meno misero 7,8%.
Con le sue pubblicità Enel fa di tutto per mostrarsi un’azienda che investe in energia pulita e, invece, è solo greenwashing: gran parte delle sue rinnovabili è un’eredità dei nostri nonni.
Dobbiamo convincerla a cambiare. E lo faremo raccogliendo indizi e reclutando nuovi investigatori nel R.I.C.
Dobbiamo essere migliaia per riuscire a fermare gli sporchi piani di Enel. Tu sei già nella nostra squadra?
Compila
il form e (link rimosso) fai sapere a Enel che anche tu sei sulle sue tracce (vai al sito greenpeace).
Questo articolo è aggiornato il 26 09 2018 per informare che alcuni dei link indicati nel comunicato stampa Greenpeace sono stati rimossi o cancellati d'ufficio da Google.
Vedi greenpeace.orgall=facciamo luce sull'enel
Questo articolo è aggiornato il 26 09 2018 per informare che alcuni dei link indicati nel comunicato stampa Greenpeace sono stati rimossi o cancellati d'ufficio da Google.
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