Passerà agli annali (con 2n) ma c’è ancora qualcuno che non sa di quanto accaduto tra Berlusconi e la Merkel. A beneficio di questi:
Sul fatto quotidiano
L'imprudenza di Silvio > link
Altri video
Ma la cosa più terrificante: all’incontro NATO
17 settembre, 2011
16 settembre, 2011
Enzo Morelli, pittore, conclude domenica 18 settembre la sua mostra a Gravina
Si conclude domenica 18, nella chiesetta di via Borgo a Gravina la mostra di pittura di Enzo Morelli
Vi propongo le foto di quel giorno
Enzo Morelli appartiene alla schiera sempre più esigua di quei pittori
di buona razza che preferiscono seguire coerentemente il proprio discorso senza
oscillazione di gusto, ben sapendo di alienarsi, su questa strada, la critica
“pubblicitaria”. E che, peraltro, non sono controcorrente perché non rifiutano
la maniera “moderna” di intendere la pittura, né, auspicano un reazionario
“ritorno all’ordine” propongono un anacronistico “revival” della bella pittura
antica. Pittori come Morelli non cercano la “novità” nell’arte, l’invenzione di
modi tecnici inconsueti, l’uso di materie inusitate o l’applicazione di formule
inedite, ma l’espressione autentica e personale.
Luigi Guerricchio
La Brochure
e
Il comunicato dell'Amministrazione
il Catalogo. (attendere qualche istante per il caricamento)
14 settembre, 2011
Gli 8 buchi più inquietanti del mondo. Anzi nove.
Dove sono e come sono?
Molti di voi vorranno sapere e magari vederli.
Eccovi accontentati. click >
Gli OTTO BUCHI – da Attivissimo
Sarebbe interessante vedere anche in un altro buco dove sembrano finire documenti importanti della vita comune cittadina, un buco senza fondo, secondo i più informati, dove potrebbero essere nascoste le vergogne di questa nostra recente storia.
Per non essere troppo criptico: alcune attività della vita pubblica sarebbero secretate quando non introvabili, soprattutto quelle che non godrebbero di una minima corrispondenza con la decenza. In un certo senso di questa nostra storia quotidiana un domani non potremmo più ritrovare i documenti, quando questi sono piuttosto dei nocumenti (per chi li ha prodotti ovviamente).
Da questo punto di vista, quindi, mi permetto di aggiungere al catalogo il buco di Gravina. Si accettano foto di tale location per una immediata pubblicazione o per girarvi un film, tipo 'La lettera scomparsa', 'The vanishing'. oppure 'The missing document' magari scritto da
Agatha Christie
13 settembre, 2011
l'urlo di Mamma Gravina, il palazzo MG, via Casalnuovo, Cavato San Marco. Ne riparliamo.
Le foto di questo post sono state scattate il 10 settembre scorso. Vedi il post precedente
E alquanto singolare che I ragazzi del cavato San Marco abbiano chiamato Mamma Gravina il loro stare insieme nel palazzo MG, mi viene in mente un illustre precedente, un film di Pasolini ‘mamma Roma’.
E’ passato mezzo secolo, molti di voi forse non sanno; naturalmente è lontano da me un qualsiasi parallelo, consideratelo un flashback indottomi dai ragazzi, per ragioni che sto ancora decodificando.
"Forse qualche lettore troverà che dico
delle cose banali. Ma chi è scandalizzato è sempre banale. E io, purtroppo,
sono scandalizzato. Resta da vedere se, come tutti coloro che si scandalizzano
(la banalità del loro linguaggio lo dimostra), ho torto, oppure se ci sono
delle ragioni speciali che giustificano il mio scandalo." (P. P. Pasolini scritti corsari)
Se è vero che siamo sull’orlo di un precipizio dobbiamo fare in modo che questo non rappresenti una tentazione per qualche folle gesto di ubriacatura, ma una carica in più per ricominciare.
Alcuni dei nostri giovani talenti si sono rinchiusi nella turris eburnea, altri scappati gambe in spalla, altri ancora hanno scelto la mammella materna del potere.
Se in cavato San Marco Mamma Gravina sta cullando alcune speranze ed i primi vagiti si propagano per l’aria, mi sembra, questa, speranza da coltivare, con l’augurio che gli ego gonfiati non prevalgano e il vento fresco da Botromagno infonda a piene mani l’alito del genio del luogo.
Adesso c’è qualcuno pronto a respirarne.
Se in cavato San Marco Mamma Gravina sta cullando alcune speranze ed i primi vagiti si propagano per l’aria, mi sembra, questa, speranza da coltivare, con l’augurio che gli ego gonfiati non prevalgano e il vento fresco da Botromagno infonda a piene mani l’alito del genio del luogo.
Adesso c’è qualcuno pronto a respirarne.
(mamma roma – pier paolo pasolini - parte finale)
12 settembre, 2011
L'urlo di mamma Gravina. Le giovani tendenze di una città sinora silente.
L’urlo discreto dei ragazzi di cavato San Marco, quella zona di Gravina che confina con la zona dei crolli, ha funzionato. Sabato 10 scorso, colà dove ancora si vedono i segnali di pericolo crolli, la serata si è animata in ogni pertugio, in ogni cantina o anfratto che potesse ospitare la loro creatività, miracolosamente.
Mi piace precisare che non si tratta della smaccata presunzione ed esibizionista che ormai dilaga a spese del bilancio pubblico, che incrementa lo spaccio dell’arte a gogò, ma la libera espressione della nostra giovane città ignorata da tutto e da tutti.
Lungi da me chiedere lo spostamento dello sguardo su questi ‘prodigi’ della autenticità, perché vanno lasciati fare. La loro PIAZZA ce l’hanno già, giovanissima, autentica, sincera, magnifica. Sarebbe anche auspicabile che il Potere non se ne occupi perché bene fanno e senza bisogno di denaro pubblico (questo non vuol dire non contribuire alle loro spese, ma in forma discreta e non vincolante).
Il loro palazzo, la loro casa, si erge su un panorama mozzafiato del costone della Gravina. Non è salotto bene, né ricettacolo di quelle cacchette che le varie ‘estati locali’ ci hanno propinato, ma il luogo libero della loro espressione, senza presunzione, fruibile da chi ne ha voglia e, quel che più conta, Gratis, cioè destinata a chi sia in sintonia con questi virgulti della città d’arte (finalmente posso dirlo senza timore di aver detto una spudorata bugia).
Discretamente nelle prossime puntate vi parlerò (senza disturbarli troppo) di quel che fanno con la preghiera di lasciarli fare e non rompergli troppo le scatole, chissà che la rigenerazione urbana non abbia bisogno di quei cromosomi, anzi geni, per rifarsi una decenza perduta.
Il loro palazzo, la loro casa, si erge su un panorama mozzafiato del costone della Gravina. Non è salotto bene, né ricettacolo di quelle cacchette che le varie ‘estati locali’ ci hanno propinato, ma il luogo libero della loro espressione, senza presunzione, fruibile da chi ne ha voglia e, quel che più conta, Gratis, cioè destinata a chi sia in sintonia con questi virgulti della città d’arte (finalmente posso dirlo senza timore di aver detto una spudorata bugia).
Discretamente nelle prossime puntate vi parlerò (senza disturbarli troppo) di quel che fanno con la preghiera di lasciarli fare e non rompergli troppo le scatole, chissà che la rigenerazione urbana non abbia bisogno di quei cromosomi, anzi geni, per rifarsi una decenza perduta.
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