16 marzo, 2017

Perchè la Silicon Valley è così terribile per le donne?

Il mensile Statunitense The Atlantic, nel numero di aprile, ha in copertina quattro immagini di donne che condividono il loro impegno su questo tema. 

https://www.theatlantic.com/magazine/archive/2017/04/why-is-silicon-valley-so-awful-to-women/517788/
A capo di una comunità, di un'azienda o un ente di ricerca, tutte si adoperano per aprire di più alle donne le porte dell'impero californiano delle nuove tecnologie. 

Contro il sessismo pervasivo, dopo le numerose testimonianze raccolte dalla rivista (suggerirei di leggere). 

"Le aziende tecnologiche spendono centinaia di milioni di dollari per migliorare le condizioni dei lavoratori, dice The Atlantic in un unico articolo evidenziato in primo piano. Ecco i motivi per cui poco è cambiato - e come potrebbe veramente funzionare". 
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15 marzo, 2017

Migliaia di migranti ritornano a casa. Fine della dittatura. Le radici del problema.

Migliaia di persone sono fuggite dal Gambia, piccolo paese dell'Africa occidentale, verso l'Europa negli ultimi anni. 
https://www.iom.int/news/stranded-nigerian-and-gambian-migrants-return-home-libya
Questo è, forse, il miglior argomento per coloro che sostengono che il flusso di migranti africani verso l'Europa si esaurirà se si attacca le radici del problema: la povertà e l'orizzonte bloccato per gran parte della gioventù africana. 

In Gambia, la partenza del dittatore Yahya Jammeh, dopo 20 anni di governo ed una elezione presidenziale persa contro il suo rivale Adama Barrow, già porta molti migranti a tornare a casa. La scorsa settimana, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) ha aiutato 141 giovani a tornare a Gambia. Secondo l'OIM accade per la prima volta. 

Per diversi anni, il Gambia con i suoi due milioni di abitanti, è stato uno dei paesi dell'Africa occidentale che ha visto il maggior numero di suoi cittadini tentare di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Europa. "Una delle nazioni più piccole d'Africa è uno dei maggiori contribuenti del flusso di migranti", scriveva il quotidiano statunitense The Washington Post nel 2015.

Nel 2016, il 7% degli immigrati arrivati in Libia erano Gambiani secondo l'ONU. Un proporzione enorme rispetto alla popolazione. 


Gli esperti di immigrazione chiamano la strada che porta dal Gambia e Senegal alla Libia, "La rotta dell'0vest". Ma i Gambiani hanno un altro nome per questo viaggio rischioso per l'Europa: "the backway", si dice in inglese, la lingua nazionale. Un nome che può essere tradotto come "via del ritorno". Per molti migranti che non riescono nel loro business e tornano a casa, nel migliore dei casi. 


"Backway bad way", dice una canzone composta dall'Ambasciata degli Stati Uniti in Gambia e in onda, trasmessa regolarmente alla radio. 

Se il Gambia non ha ancora raccolto i benefici del suo potere politico economico, la speranza si è diffusa tra la popolazione. All'indomani delle elezioni presidenziali, esplose la gioia dei Gambiani sui social network (vedi).  

Un altro migrante, ingegnere di 35 anni, ha anche detto al sito web di notizie delle Nazioni Unite di aver scelto di andare in Gambia dopo aver raggiubto la Libia. "Avrei preferito morire piuttosto che tornare a mani vuote, ma io vado a casa ora, a lavorare per il mio paese e qui morire". 

Il governo del nuovo presidente Adama Barrow ha detto che i migranti Gambiani erano una delle sue priorità. "Molti di loro vogliono tornare a casa", dice il ministro degli Interni Mai Fatty alla stampa

L'Unione europea ha già annunciato che avrebbe pagato un contributo di € 225.000.000 per aiutare il nuovo governo a rafforzare la democrazia e rilanciare l'economia locale. L'Europa aveva già stanziato 30 miliardi per l'Africa
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14 marzo, 2017

YouTube lancia la sua tv online. Prossimamente.

Il gigante dei video ha suscitato grande scalpore annunciando un servizio di streaming TV. 

http://www.businessinsider.com/youtube-tv-price-launch-date-2017-2?IR=TYouTube gigante di Internet martedì 28 scorso ha annunciato il prossimo lancio negli Stati Uniti di un servizio di streaming TV. In diiretta competizione, quindi, con offerte tradizionali di canali via cavo o a pagamento. 

YouTube TV è per tutti quanti "vogliano vedere quello che desiderano, quando e come lo desiderino e senza impegno" precisa Susan Wojcicki, CEO di youtube, una delle donne più potenti del mondo, nel corso di una conferenza stampa in streaming. 

Il servizio è destinato alle giovani generazioni. Coloro che cercano di guardare per le informazioni, film o serie grazie ad un unico abbonamento e connessione ad Internet. 

I suoi utenti potranno, in particolare, guardare sui loro dispositivi collegati (tablet, telefoni ...) le principali reti generaliste degli Stati Uniti (ABC, CBS, Fox, NBC ...) e canali sportivi e altri programmi. 

Il lancio di YouTube TV è previsto nei prossimi mesi. Il servizio avrà un costo di 35 $ al mese per un account che comprenderà sei diversi utenti e sarà in competizione con i "pacchetti" offerti da operatori via cavo come AT & T. Sarà per il momento riservato agli Stati Uniti. 

YouTube TV, che alla fine dovrebbe essere estesa ad altri paesi permetterà anche di registrare i programmi per una visione successiva

13 marzo, 2017

La Gioconda, Monna Lisa sorride perchè è felice

Uno studio porta ad associare un sentimento al famoso sorriso della Gioconda. I partecipanti sono stati unanimi. 

Mona Lisa Painting
Il sorriso enigmatico della Gioconda è quello di una donna "felice" hanno sentenziato, tagliando corto, gli scienziati dopo aver analizzato la percezione della sua espressione su un campione di persone. 

Il fascino mondiale del famoso dipinto di Leonardo da Vinci (1452-1519) attiene in particolare all"ambiguità dell'espressione sul suo volto", dice uno studio pubblicato venerdì in Scientific Reports di Nature, nel quale si ritiene che si sia riusciti a dissipare alcune parti del mistero: "Mona Lisa is always happy – and only sometimes sad (Monna Lisa è sempre felice - e solo qualche volta triste)". 

I ricercatori hanno presentato a dodici partecipanti una serie di immagini in bianco e nero che rappresentavano il sorriso della Gioconda con lievi variazioni nella curvatura delle labbra.

Diverse immagini di queste sono state presentate in disordine (il vero sorriso, quattro con gli angoli del labbro sollevato, evocanti la felicità, quattro con le posizioni delle labbra che esprimevano tristezza). Questo per trenta volte. 

"Dopo le descrizioni dell'opera da parte di storici dell'arte, ci aspettavamo che l'originale risultasse il più ambiguo", ha detto Juergen Kornmeier, esperto di neuroscienze presso l'Università di Friburgo (Germania ) e co-autore dello studio. "Con nostra sorpresa, i partecipanti hanno percepito l'originale come felice in quasi il 100% dei casi". 

I ricercatori hanno riconosciuto che il loro studio si è concentrato solo sulle gradazioni che vanno dalla tristezza alla gioia e non hanno esplorato altri tipi di emozioni che possono partecipare al mistero di quel sorriso. 

Nel 2005, all'Università di Amsterdam alcuni studiosi avevano pensato di decifrare il sorriso della Gioconda con un metodo diverso con risultati più contrastanti. 

Il dipinto era stato esaminato con un software di riconoscimento delle emozioni. L'algoritmo aveva preso in considerazione le principali caratteristiche del viso, come la curvatura delle labbra o le zampe di gallina intorno agli occhi, ed era stato messo in contatto con sei tipi di emozioni di base. 

Il software aveva concluso che il sorriso di Monna Lisa fosse per l'83% felice, il 9% disprezzo, il 6% impauritoa e il 2% collerico. 

Il ritratto, probabilmente iniziato a Firenze intorno al 1503, sarebbe quello di Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, un mercante fiorentino di tessuti, il cui nome femminilizzato valse il soprannome di Gioconda. Una parola che suggerisce anche ... gioiosa. 

12 marzo, 2017

I neri sono più toccati dagli errori giudiziari.

Una relazione sugli aborti dell'America fornisce statistiche preziose. 
http://www.jamaicaobserver.com/news/American-blacks-disproportionate-victims-of-judicial-errors---study
Migrante, originario di Trinidad e Tobago, Ulysses Charles è stato formalmente identificato da tre donne vittime di stupro a Boston. Questo Nero ha trascorso 20 anni in prigione prima di essere completamente scagionato dal test del DNA. 

Negli Stati Uniti, gli errori giudiziari non sono frutto del caso. I neri sono significativamente più vittime rispetto ai bianchi e prima di essere giudicato innocente, che spendono più anni dietro le sbarre, secondo un rapporto pubblicato martedì scorso

Il caso di Charles, che parla con un forte accento caraibico e indossa un dente d'oro e delle dreadlocks (treccine) molto riconoscibili, queste sono stereotipi del razzismo tipico tipico, più o meno consapevole, che porta i denuncianti, gli agenti di polizia, giudici o giurati a dichiarare colpevoli dei neri innocenti. 

Le statistiche compilate dal National Registry of Exoneration parlano da sole. Qui si trovano i dati più rimarchevoli: 

- I neri rappresentano il 13% della popolazione degli Stati Uniti, ma sono il 47% delle 1.900 dichiarazioni di innocenza dopo errori giudiziari dal 1989.
- I neri condannati per omicidio negli Stati Uniti hanno una probabilità del 50% di più rispetto ai bianchi di essere innocenti. 
- I neri innocenti hanno dodici volte in più la probabilità di essere ingiustamente condannati in casi di droga che i bianchi innocenti. 
- I Neri innocenti hanno sette volte più rischi di essere ingiustamente condannati per omicidio che i bianchi innocenti. 

Il 2016 ha visto un numero record di dichiarazioni d'innocenza negli Stati Uniti, ben 166, tra questi 54 casi di omicidio. La tendenza cke mostra gli indici verso l'alto può essere vista come quella di un sistema penale che mostra crivellato con l'arbitrio, o meglio, come denota un sistema penale prossimo a riconoscere il suo fallimento. 

Gli esperti, inoltre, concordano sul fatto che si è analizzata solo una piccola punta di un iceberg di dimensioni sconosciute. Così che la "guerra alla droga", che ha letteralmente fatto esplodere, negli ultimi decenni, la popolazione carceraria americana è stata accompagnata da un grande coro di critiche. 

Samuel Gross, l'autore del rapporto, (già cit.: Race and wrongfull. Conviction in the United States, 7 mar. 2017), dice "Siamo a conoscenza di circa 1.700 casi di dichiarazioni innocenza che raggruppano insiemi di individui per lo più coinvolti in casi di droga". 

"La maggior parte di questi imputati sono neri. Noi crediamo che ci siano anche molti altri che non sappiamo, ma è impossibile quantificarne il numero". 

É paradossale, molti neri, che non hanno nulla da rimproverarsi, vengano dichiarati colpevoli di fatti che non hanno commesso, spaventati all'idea di ricevere anche una pene più severe davanti a una giuria e finiscono per vedersi infliggere una pena di diversi anni di carcere. 

Dichiarato innocente e rilasciato nel 2016 dopo otto anni dietro le sbarre, Davontae Sanford aveva confessato, nel 2008, alla polizia di Detroit il suo coinvolgimento in ben quattro omicidi e un tentato omicidio. Aveva solo 14 anni. 

Solo un mese dopo la sua condanna, il vero assassino, aveva confessato i crimini, consegnato l'arma e scagionato Sanford. 

"I neri innocenti di omicidio passano in media altri tre anni di carcere in più rispetto ai bianchi innocenti. Ad abundantiam il tempo è di quattro anni in più per i condannati alla pena di morte", dice lo studio, dal titolo significativo, già citato, di "Razza ed errori giudiziari negli Stati Uniti". 

"Un sacco di innocenti afroamericani, scagionati dall'accusa di omicidio, sono stati influenzati da una vasta messe di discriminazioni razziali, che vanno dai pregiudizi inconsci al razzismo esplicito, passando per le discriminazioni istituzionali", si osserva nel rapporto. 

Per quanto riguarda gli abusi sessuali, i ricercatori hanno concluso che "gli errori di identificazione dei testimoni" non spiegano "del tutto" errori giudiziari, visto il tasso sproporzionato che colpisce i neri. Anche in questo caso, si nota, i pregiudizi razzisti più o meno dichiarati sono all'opera.  
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Vedasi