08 giugno, 2012

Un banale taglio di capelli nella Cosmopolis di Cronemberg - recensione di Bruna Giorgio

Cannes 65 – Concorso – Cosmopolis di David Cronenberg – (Canada, Francia – 2012)



Di Cosmopolis si è detto molto: ... un capolavoro accattivante sulla fine della nostra civiltà..., film troppo freddo ed estetizzante.., troppo indigesto per sedurre..., critica cerebrale al capitalismo... l’eterno conflitto tra organico e teorico, carne e tecnologia, corpo e intelletto. Lo stesso si puó dire per il profetico versetto “il topo diventerà moneta corrente“, fusione grottesca tra materia pulsante e caotica, schemi numerici e astratti ... 
Oggi tuttavia voglio segnalarvi la recensione o, meglio, l'atteggiamento di una nostra concittadina: Bruna Giorgio che non perde mai occasione per porgerci una angolo interessante della visione giovanile e femminile del circondario. Ne leggerete parte per proseguire, poi, su 'il Quotidiano Italiano che ha pubblicato il suo intervento:

Cosmopolis, l’ultimo film di David Cronenberg, trasposizione del best seller di Don De Lillo, è una claustrofobica metafora del capitalismo.

... Le dicotomie interne al film, che nelle prima parte ruotano intorno ai binomi fuori-lento/ dentro-veloce, nella parte risolutiva invece si sviluppano intorno al concetto di simmetria-armonia/ asimmetria-caos: il protagonista è ossessionato dalla perfezione espressa dalle forme simmetriche presenti in natura, ma queste rassicuranti simmetrie cominceranno ad incrinarsi attraverso un particolare anatomico inaspettatamente asimmetrico che Packer scoprirà di avere in uno dei suoi quotidiani check-up medici e finiranno per frantumarsi del tutto tramite un banale taglio di capelli di cui terminerà solo un lato, nuovo punto di partenza per una potenziale rinascita.

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